Nuovo appuntamento di Gente e Territorio con il Dipartimento provinciale Arpac di Napoli. Parleremo dell’Unità Operativa ARIA che si occupa delle emissioni industriali in atmosfera. Siamo con il dottore Dario Mirella, Direttore del Dipartimento, e con la dottoressa Giuliana Mazzei, responsabile dell’Unità Operativa.
Mirella. ARIA si occupa del monitoraggio e del campionamento delle emissioni a camino degli insediamenti industriali. Cioè, del prodotto di combustioni o di lavorazioni che viene disperso in atmosfera attraverso i camini, ovviamente incidendo sulla qualità dell’aria. Noi andiamo quindi a misurare sui singoli punti di emissione i relativi valori.
Mazzei. I nostri controlli riguardano essenzialmente le industrie che sono autorizzate alle emissioni in atmosfera, sia con Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) che con altre tipologie di titoli autorizzativi. Il controllo verte sulla verifica della conformità alle prescrizioni autorizzative, che variano soprattutto a seconda del tipo di attività produttiva esercitata, spesso molto diversificata. Ogni fase produttiva dello stesso impianto, può infatti emettere inquinanti diversi e noi controlliamo tutte le fasi che concorrono al ciclo produttivo come autorizzato, verificando non solo la conformità ai limiti emissivi autorizzati ma anche l’osservanza delle prescrizioni relative alla gestione aziendale. Aspetto non trascurabile se si considera che il rispetto delle condizioni operative è il substrato ottimale per il rispetto dei limiti ambientali.
Come vengono eseguiti i prelievi?
Mazzei. È un lavoro che richiede particolare impegno. Innanzitutto, perché non è sempre agevole raggiungere la postazione di campionamento. I camini infatti devono essere sufficientemente alti al fine di consentire la dispersione degli inquinanti. Inoltre la postazione di campionamento deve rispondere ai requisiti imposti dalle norme tecniche di settore, pertanto il più delle volte si accede alle postazioni salendo attraverso scale alla marinara, magari più d’una poste in successione. Il tecnico deve provvedere a portare in quota anche la strumentazione, alloggiandola in sicurezza su piattaforme elevatrici o sistemi di altra tipologia (carrucole, trabattelli…) atti al sollevamento della strumentazione e dei moduli ad essa connessi per il campionamento (gorgogliatori, soluzioni…). Il personale utilizzato deve quindi soddisfare specifici requisiti fisici molto stringenti.
Quanti campioni prelevate in un anno?
Mazzei. Il numero dei campioni va considerato in rapporto ai parametri. Ogni camino può emettere una serie di sostanze inquinanti, ogni parametro deve essere campionato in triplo e i campionamenti devono rappresentare almeno un’ora di funzionamento dell’impianto, tranne particolari casi. Per ogni campione si deve montare in quota la strumentazione, tutta la linea per la captazione dello specifico inquinante, il processo di campionamento può durare da mezz’ora a un’ora per ogni singolo campione. Se poi si considerano particolari parametri come le PDD/F (PolicloroDibenzodiossine/Furani) le ore di campionamento salgono a 8. Dopo il campionamento si procede a smontare il tutto, recuperare dalle sonde eventuali sostanze rimaste lungo il percorso, tramite lavaggi con idonee soluzioni, riunendo il tutto in una o più soluzioni che saranno trasportate in laboratorio. Successivamente, si deve riassemblare la linea per eseguire il secondo campionamento e ancora di nuovo per il terzo. Tutto questo per ogni parametro. In merito alle attività in carico, è opportuno evidenziare che, nelle emergenze ambientali come nel caso degli incendi che coinvolgono impianti produttivi o che coinvolgono i c.d. Campi ROM, ARPAC è chiamata in causa dalla Prefettura e dalle Forze dell’Ordine per il monitoraggio delle PCDD/F eventualmente disperse in aria a seguito dei fenomeni incendiari. In questo caso, il monitoraggio eseguito con campionatori di aria ad alto volume è eseguito in cicli di 24h, per più giorni consecutivi ed i risultati ottenuti vengono trasmessi alla ASL, all’ORSA, oltre che al Sindaco ed alla Prefettura per il seguito di competenza. Nel 2022 siamo riusciti ad eseguire complessivamente 79 campionamenti.
E sono sufficienti?
Mazzei. Per i soli controlli AIA esiste una pianificazione annuale dei controlli ordinari da eseguire, svolta sulla base dei vettori di rischio, tali attività di controllo coinvolgono tutte le UU.OO. dell’Area Territoriale per le specifiche competenze in materia Ambientale. Purtroppo, non siamo nella condizione di eseguirli tutti. La carenza di risorse Umane adeguate allo scopo è un punto di debolezza. L’Unità operativa da me condotta dispone di un operatore tecnico, un assistente tecnico e tre funzionari, di cui due non hanno l’idoneità alla quota.
Se poi consideriamo, le richieste che pervengono dalle Forze dell’Ordine e dall’Autorità Giudiziaria in delega di Indagine, per le quali siamo chiamati ad eseguire moltissimi controlli non pianificati tesi sia alla verifica di conformità all’autorizzazione sia alla verifica dell’eventuale necessità di titolo autorizzativo, che necessitano delle risorse umane sia in fase ispettiva, su campo, sia per la redazione delle relazioni tecniche conclusive, nel 2022 si contano per la UO Aria complessivamente 85 interventi eseguiti a supporto delle FDO-AG.
Se consideriamo la formulazione del parere di competenza in ambito autorizzativo, si comprende che il numero in risorse umane dovrebbe essere almeno triplicato per consentire la pianificazione delle attività e la conseguente esecuzione attraverso la formazione di più squadre operative con personale intercambiabile.
Mirella. La pianificazione dei controlli AIA rappresenta la routine dei controlli degli insediamenti produttivi, che l’Area territoriale di Napoli non riesce a rispettare con il poco il personale a disposizione. Poi dovremmo effettuare dei controlli a campione, ma è un aspetto che non possiamo proprio prendere in esame se non riusciamo a soddisfare nemmeno quella programmata.
Non riuscite a fare i controlli routinari però fate quelli richiesti dalle Autorità Giudiziarie?
Mirella. Si tende purtroppo a far fronte alle emergenze locali piuttosto che a fare prevenzione. L’ambiente viene visto come un qualcosa da affrontare quando sorge il problema, mentre i controlli dovrebbero essere preventivi. Ma un po’ a causa degli illeciti ambientali e molto per le insufficienti risorse di personale, siamo spesso costretti a correre dietro agli eventi.
Una volta avuti i risultati delle analisi dei vostri campioni, cosa ne fate?
Mazzei. Stiliamo una relazione dettagliata sulle attività svolte, alleghiamo il verbale di campionamento, alleghiamo il rapporto di prova acquisito, e io personalmente definisco la conformità o meno dei valori riscontrati. In caso di controllo ordinario, la relazione va alla Regione Campania, che rappresenta l’autorità competente in ambito di autorizzazioni Ambientali, e per conoscenza al Comune di appartenenza. Negli altri casi le relazioni vengono inoltrate all’Ente che ha richiesto l’intervento.
Riscontrate particolari criticità?
Mazzei. Abbiamo riscontrato dei superamenti in alcune aziende, subito sanati, ma in generale l’incidenza delle non conformità ai valori limite non è percentualmente significativa, rispetto alle non conformità accertate.
Anche il termovalorizzatore di Acerra, sempre al centro di tante polemiche, è in regola?
Mazzei. È un impianto enorme che funziona su tre linee parallele, ha molteplici sistemi di abbattimento che corrispondono a quelli previsti dalla normativa vigente di settore e viene controllato in maniera continua. Proprio in questi giorni è in itinere il riesame dell’autorizzazione AIA. Ad oggi non si è rilevato alcun fuori limite ed è il caso di evidenziare che, per molti parametri inquinanti, i limiti posti in AIA sono più restrittivi di quelli previsti dal TUA. Inoltre, Arpac è impegnata in un protocollo d’intesa, con la Procura di Nola e con A2A gestore dell’impianto, che comporta un incremento delle attività di controllo sia intese come campionamenti ai camini sia come verifica dell’effettuazione dei controlli discontinui alle emissioni delle tre linee effettuati in regime di autocontrollo dal gestore previsti con cadenza quadrimestrale. Noi verifichiamo che gli autocontrolli vengano effettivamente eseguiti ed effettuiamo nostri controlli random su alcuni parametri.
Mirella. Va anche tenuto conto del fatto che i parametri sono molto stringenti all’interno dei limiti consentiti. Infatti, sono stati imposti obiettivi di qualità particolarmente tutelanti.
Ma voi non fate solo controlli di campo.
No, ci occupiamo anche della fase autorizzativa delle attività. Il che vuol dire istruire la documentazione prodotta dai vari richiedenti, estrapolando tutti gli aspetti che vanno chiariti e/o integrati, per poi formulare il parere di competenza. Questo per qualunque tipo di autorizzazione che preveda emissioni in atmosfera. Valutiamo anche i piani di autocontrollo che le aziende soggette ad AIA devono inviarci annualmente, nel rispetto delle prescrizioni autorizzative. Un lavoro enorme.