Venerdì scorso si è tenuto l’incontro tra il Comune di Napoli e la Regione Campania, “teso ad affrontare le questioni connesse al futuro della società ANM e dei relativi servizi da essa eserciti … in ragione della cessazione dell’affidamento in house al 31.12.2019”.
Com’è andato? Prima di darvene conto sulla scorta del verbale, non ancora pubblico e sottoscritto, della riunione, ripercorriamo brevemente la polemica di questi giorni. Assai triste, in verità.
De Magistris ha denunciato strategie regionali per strozzare il Comune e chiesto la convocazione del tavolo interistituzionale. Luca Cascone, presidente della commissione consiliare trasporti della Regione e suggeritore di De Luca, punto sul vivo, ha convocato il tavolo non risparmiando bordate sulla qualità del servizio urbano e sull’inopportunità del richiesto aumento del costo dei biglietti. L’assessore comunale ai trasporti, Mario Calabrese, nell’accogliere con favore la convocazione, ha affidato alle agenzie una lunga nota nella quale si sottolinea l’assoluta insufficienza dei fondi stanziati dalla Regione e si chiede come mai l’EAV abbia potuto aumentare i biglietti a fronte di servizi che “sono tra i peggiori d’Italia”.
Con queste premesse era difficile che andasse bene. E infatti.
Presenti per il Comune: l’assessore Mario Calabrese; il Capo di gabinetto del Sindaco, Attilio Auricchio; l’amministratore unico di ANM, Nicola Pascale. Per la Regione: il capo segreteria del Governatore, Bruno Cesario; il presidente della commissione trasporti Luca Cascone; il direttore generale per la mobilità, Giuseppe Carannante e due funzionari.
Cascone ha calato subito l’asso. “La Regione conferma … per i servizi ANM darà i soliti 58,4 milioni di euro per il 2019 e successivi” e “chiede espressamente al Comune se ha intenzione di proseguire in autonomia nella gestione del servizio”. Della serie, così è se vi pare.
Calabrese tenta di avviare un discorso e risponde che dipende dalle risorse. Quelle destinate dalla Regione sono del tutto insufficienti. La stessa Regione nel 2013 aveva previso 74 milioni come “soglia al di sotto della quale non si ritengono soddisfatte le esigenze di mobilità dei cittadini”. I 58 milioni “sono sufficienti appena a coprire i costi del trasporto urbano su gomma”.
Auricchio si irrigidisce. Prende atto che la Regione non tiene conto degli sforzi dell’azienda e dei lavoratori e ritiene di aggiornare il tavolo “per consentire il raggiungimento delle necessarie decisioni, da sottoporre alla Regione”.
Tutto il resto è fuffa. Cascone ritiene che si faccia confusione tra costi standard chilometrici e fabbisogno complessivo per i servizi minimi e cita la Treccani (proprio così, alla Toninelli). Rivendica che è stata la Regione a finanziare l’incentivo all’esodo in ANM. Sostiene che aumentare le risorse per Napoli comporterebbe tagliare i trasferimenti ad altri Enti. Seguono battibecchi sulle cause in corso tra Palazzo Santa Lucia e Palazzo San Giacomo. Aria fritta.
Alla fine, il Comune rinnova formalmente la richiesta di aumento dei biglietti “di 0,10 (da 1,10 a 1,20), così come recepito nel piano concordatario depositato in Tribunale” e Cascone prende atto della richiesta che “sottoporrà alle parti competenti”. La riunione è stata aggiornata al 15 marzo.
Difficile che per allora cambi qualcosa. L’unico commento pubblicabile intercettato nei corridoi è stato: strozzini.