L’ANM ha diffuso in questi giorni i dati 2018 relativi agli incassi derivanti dalla vendita dei biglietti. In questo periodo di aspra e non disinteressata polemica sul funzionamento dell’Azienda comunale di trasporto pubblico e sul suo futuro, assumono ancora maggiore interesse.
Intanto perché sono positivi. Gli introiti ammontano a 47,8 milioni di euro con un aumento del 4% rispetto all’anno precedente. Circa un paio di milioni in più. Non poco, in assoluto come in prospettiva.
Infatti, se l’evasione sulla metro è la più bassa dell’area metropolitana, quella sui bus resta altissima. In media tra il 50 e il 60%, con punte di oltre il 90% in alcuni quartieri periferici, ma la stessa Posillipo supera il 40% (fonte: Consorzio Unico Campania). Il che significa che i margini di miglioramento sono notevolissimi.
Pare di capire che questi risultati, definiti “confortanti” dall’amministratore delegato di ANM Nicola Pascale, siano stati raggiunti essenzialmente grazie al maggior numero di controllori (da 16 a 27) e al nuovo servizio di acquisto dei biglietti a bordo dei bus.
“Ma sappiamo che dobbiamo fare di più nel servizio ma anche nel far comprendere ai cittadini l’importanza di contribuire alla crescita dell’azienda pagando il biglietto, è questa una delle leve che ci permetteranno di aumentare gli investimenti e fornire un servizio migliore”, dichiara Pascale.
E’ la vecchia questione dell’uovo e della gallina. Bisogna prima offrire un servizio efficiente e solo dopo pretendere il pagamento dei biglietti, o viceversa? Lo abbiamo chiesto ad Amedeo Manzo, presidente della Napoli Holding, la società del Comune proprietaria di ANM, che si sta personalmente spendendo nel salvataggio dell’azienda, fin qui con buoni risultati.
Sembra non avere dubbi: “Prosegue il percorso che abbiamo iniziato 18 mesi fa. Dopo le iniziali resistenze ora tutti sono finalmente d’accordo che il futuro deve essere accompagnato da efficienza e legalità. Il legame tra servizi qualificati e corrispondente pagamento è inequivocabile. Né basta la versione improbabile che a servizi scadenti sia legittimata l’evasione.”
Difficile dargli torto. Però, pur consapevoli che i Napoletani non pagano il biglietto storicamente e a prescindere, ci farebbe piacere se anche le Istituzioni pagassero il loro con adeguati finanziamenti. Anche noi possiamo mandargli i controllori e lo faremo alle prossime elezioni.