“In conclusione … è stata operata un’illegittima detrazione compensativa in danno del Comune di Napoli e di ANM … sono stati sostanzialmente aggirati i precedenti giudicati con la decurtazione retroattiva per contributo per servizi già resi … non è stato conteggiato il contributo per i maggiori oneri connessi con il CCNL…”
Lo dice il Consiglio di Stato con la sua sentenza pubblicata il 9 aprile. E a chi lo dice? Alla Regione Campania, rea di non aver versato i contributi dovuti per il trasporto pubblico locale, alla quale adesso “ordina … il completo e l’esatto adempimento…”
Ma come? Il presidente De Luca non aveva detto che i veri amici dei Napoletani si trovano in Regione, perché è la Regione che garantisce servizi e paga gli stipendi dei lavoratori ANM? “Gli amici di Napoli non sono quelli che parlano ma quelli che danno risorse a Napoli.” E quelli che le tolgono come si definiscono?
Ma vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta. A suo tempo, la Regione assegna al Comune, per il trasporto pubblico negli anni 2011 e 2012, meno risorse di quelle dovute. ANM fa causa ed ottiene ben tre sentenze a lei favorevoli. Roba vecchia, direte voi. Non proprio. Infatti, è all’attuale Giunta regionale che spetta di rimediare, ma lo fa con una serie di atti del 2017 gravati “da evidente eccesso di potere per sviamento, difetto di motivazione, illogicità e disparità di trattamento”.
In buona sostanza, si finge di adempiere al disposto dei Giudici e, in realtà, lo si aggira penalizzando ANM in favore di altre aziende operanti su base provinciale. La sentenza è stata emessa anche nei confronti dei Comuni di Benevento e Salerno. “La Regione, in spregio alle decisioni di questo Consiglio di Stato, ha dunque deliberatamente consolidato l’illegittima distribuzione di risorse…” In soldoni, mancherebbero all’appello circa 20milioni di euro, malcontati. Ossigeno per le casse di ANM in regime di concordato preventivo.
Lo abbiamo già scritto: non si tratta di amicizia o inimicizia. I pubblici amministratori sono pagati per fare bene il loro lavoro. Ma se si fanno causa come amministratori di condominio e non rispettano neanche le sentenze dei Tribunali, va da sé che il sistema non funziona e gli utenti ne pagano lo scotto. Che li metta lo Stato piuttosto che il Comune o la Regione, sono sempre soldi delle nostre tasse.