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AngoloNapoli. Teatro Stabile e Macadam

by Piera De Prosperis
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Dal nostro AngoloNapoli, dagli abissi solitari della quarantena (anche se in Fase 2) alziamo un periscopio sulle iniziative che la città mette in campo per salvare il proprio tessuto culturale dalla morte sicura. Non quella fisica ma, come dice San Francesco, la morte secunda, quella dell’anima.

Il settore culturale, non solo della nostra città, è in gran fermento. Si discute ovviamente sui divieti che possono comportare danni irreparabili a tutto il settore, ma si discute molto anche sul senso della comunicazione artistica p. C. (post Covid). Vi sono riflessioni di carattere epistemologico, sui massimi sistemi del senso del teatro, del cinema, dei musei, del turismo culturale in generale.

Non ci addentreremo in questioni teoriche ma cercheremo piuttosto di vedere come si stanno muovendo le singole istituzioni in attesa di più chiare direttive ministeriali verso una riapertura graduale ma sicura. Con AngoloNapoli daremo uno sguardo all’offerta dei teatri, dei cinema, dei musei della città, almeno nelle loro più significative proposte.

Cominciamo dal teatro e mettiamo a confronto una realtà importante con un’altra più di nicchia.

Roberto Andò, direttore del Teatro Stabile di Napoli (Mercadante, san Ferdinando, ridotto del Mercadante) ha scritto dal Diario della quarantena: “Ecco, ora che siamo tutti desolatamente soli nelle nostre stanze, e infelici, mi è sembrato opportuno sollecitare amici e amiche, attori e attrici, scrittori e scrittrici, registi e registe, a inviare al Teatro Mercadante un frammento dei loro pensieri ai tempi del coronavirus, e ho pensato di far circolare queste schegge nella ricorrenza della giornata mondiale del teatro, come un augurio per noi, e per il pubblico, invitando a usarle come un talismano contro la paura, un seme per ritrovare il teatro come luogo della vita, e, con esso, il suo senso futuro.”

Tutto questo per un tempo adesso sospeso. Collegandosi con il sito del teatro è possibile vivere anche tra le mura di casa la propria passione per la scena, ben oltre la presenza del palco e del sipario. Ci sono tanti grandi attori come Mariano Rigillo o registi come Emma Dante, insomma non vi è che l’imbarazzo della scelta.

In forma più artigianale, servendosi di mezzi e potenzialità diversi, si sono espresse realtà artistiche operanti in un territorio più difficile, combattendo per rimanere in piedi. E’ il caso del Macadam, cantiere delle arti viaggianti. Uno spazio fondato da Bus Theater e Casabar, che promuove e produce rassegne ed eventi di teatro, musica, teatro di strada, nuovo circo, teatro di figura, performing art e arti visive. Il loro teatro è un bus parcheggiato in un’area ex industriale vicino al mare di San Giovanni a Teduccio. Giovani entusiasti che sperimentano forme di spettacolo partecipative per il pubblico. Anche loro hanno proposto le loro performance sulla pagina Facebook, cercando di salvare il loro lavoro artistico e i loro investimenti e soprattutto cercando di non essere dimenticati.

Fondamentale è quindi per ora l’uso del computer. Se non vogliamo perdere il gusto del teatro dobbiamo rassegnarci al monitor. Del resto anche la più famosa soap napoletana, Un posto al sole, ha cambiato pelle. Per ora si chiamerà Un po’ sto a casa, quaranta episodi fatti in casa dagli attori della serie, della durata di 5-6 minuti, dal lunedì al venerdì, caricati sulla piattaforma in streaming.

Insomma, ci vogliono ancora tutti dentro, ma se l’offerta rimane di qualità possiamo resistere.