Si va spegnendo la polemica accesa inaspettatamente da Rita dalla Chiesa, la quale si è pronunciata contro il documentario su Pompei di Alberto Angela, trasmesso dalla RAI in prima serata, lunedì 27 maggio. L’onorevole, forse tradita dalla calda temperatura elettorale – che però non le ha fatto perdere il suo abituale stile pacato – ha criticato la messa in onda del documentario di Alberto Angela su Pompei perché ritiene che questo sia un momento inopportuno, considerata la delicatezza della situazione bradisismica dei Campi Flegrei. Ha scritto queste poche parole, affidandole ai social: “Scusa Alberto Angela, io ti adoro. Ma ti sembra il momento di mandare domani sera il tuo documentario su Pompei, con tutta la meraviglia di documentari che hai girato in questi anni?”
Insomma, inaspettatamente, Rita Dalla Chiesa, nei suoi panni di ex protagonista della TV, ha criticato la scelta di trasmettere il documentario in un momento così difficile per la zona dei Campi Flegrei. E, a essere da lei criticato, non è stato quindi il contenuto del documentario, ma proprio la scelta di trasmetterlo mentre i terremoti bradisismici scuotono quotidianamente il territorio flegreo. Non sta certo a noi ergerci a difensori di uno dei presentatori italiani più famosi e più seguiti della nostra televisione nazionale, sempre più occupata da nuovi “arrivi” della nouvelle vague nazional/popolare, venata di sfumature nazional/populiste. Però sentiamo il dovere di dedicare la nostra modesta attenzione ai fatti. Noi, in verità, ci siamo meravigliati dell’uscita dell’on. dalla Chiesa e non concordiamo con il suo personale giudizio. Lo diciamo subito, come è nostro costume. E spieghiamo al lettore perché.
Alberto Angela – che ha seguito le orme del padre Piero, grande giornalista e divulgatore scientifico – si è saldamento messo al vertice dei giornalisti impegnati in programmi culturali e capaci di un portato divulgativo accattivante per lo spettatore medio. La sua più recente serie TV, che reca il titolo “Meraviglie”, è una serie che racconta le meraviglie del nostro pianeta. Ma i siti Unesco sono quelli preferiti da Alberto Angela. Quindi Pompei è stata da lui scelta appositamente, dopo un prolungato periodo di assenza dovuto a precedenti incomprensioni.
Il nuovo Direttore Gabriel Zuchtriegel ha però riaperto le porte di Pompei ad Alberto Angela – che peraltro è anche cittadino onorario della Pompei nuova – nel quadro della sua originale visione della gestione del Parco. Che sta avendo un successo dimostrato dai fatti, se il successo della gestione dello Scavo più noto al mondo viene misurato con il numero di presenze dei visitatori. Affermiamo ciò con cognizione di causa, considerato che ormai a Pompei si veleggia intorno ai quattro milioni di presenze turistiche annue.
Alberto Angela quindi si è particolarmente impegnato sul piano della ripresa filmica per dare il proprio apporto originale alle riprese andate in onda su Pompei, da lui riabbracciata nella recente puntata delle sue “Meraviglie” con il titolo “Pompei, le nuove scoperte”. E se un rilievo gli va fatto, esso riguarda il livello divulgativo, magari troppo accentuato, sulle “scoperte” e sui reperti intonsi e lustri messi in rete, forse, per attrarre spettatori di bocca buona. Però è stata straordinaria la sua capacità filmica, dipanatasi in un solo piano sequenza di lunga durata, che lo ha impegnato anche sul piano puramente fisico. Il risultato rappresenta un unicum nella storia della Televisione italiana.
Ma dobbiamo convenire sul fatto che l’evento catastrofico pliniano è Storia, anzi cronaca sedimentata di duemila anni fa, macinata e rimacinata da milioni di pagine scritte e immagini diffuse da un paio di secoli e più in ogni angolo del mondo intero su Pompei che, alla fine, è il frutto dell’attività vulcanica del Vesuvio. Ma, anche per questo, Pompei appartiene alla Memoria del mondo.
Inopportuna invece – a nostro modesto avviso – sarebbe certamente stata una puntata dedicata alla “nascita” di Monte Nuovo, che – in termini scientifici – si definisce il più “recente edificio vulcanico” prodotto dai Campi Flegrei.
Monte Nuovo – non molto noto nemmeno agli stessi campani – è situato nel territorio comunale di Pozzuoli, presso il Lago Lucrino. Esso si formò tra il 29 settembre e il 6 ottobre 1538. Meno di cinquecento anni fa quindi, in pochissimi giorni, come un’incandescente escrescenza del terreno, ingobbitosi a vista d’occhio per assumere le forme di un monticello rispettabile, con i suoi circa centotrenta metri dal livello del lago Lucrino sottostante.
La sua crescita tumultuosa comportò comunque la distruzione del villaggio medioevale di Tripérgole, ivi insediato. E Monte Nuovo è parte integrante della decina di bocche vulcaniche della caldera dei Campi Flegrei. Non avrebbe certo avuto senso un evento filmico di grande portata televisiva dedicato alla nascita del Montenuovo.
Qui, dunque, chiudiamo l’articolo senza aggiungere altre parole per rimarcare l’evento, drammatico in sé, al limite dell’incredibile. Ci basta per ora – fortunatamente – la quotidianità.