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Addio a Gene Hackman, gigante di Hollywood

"Potente, sottile, brillante"

by Francesca Pica
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Potrebbe sembrare l’ambientazione di uno dei suoi film, gli elementi ci sono tutti: il mistero, le dinamiche da ricostruire, un’indagine che si apre. Purtroppo, non è cinema ma dura realtà che coinvolge un grande attore come Gene Hackman e sua moglie, la pianista classica Betsy Arakawa. La coppia è stata ritrovata morta mercoledì pomeriggio nella loro villetta appena fuori città, con vista sulle Montagne Rocciose a Santa Fe, in New Mexico, insieme a loro, morto anche uno dei cani della coppia.

La porta d’ingresso era aperta e non protetta e non c’erano segni di effrazione o furto. Non è stata trovata nessuna lettera che faccia pensare a un suicidio. Insomma, le circostanze della scomparsa dell’attore e della moglie sono considerate di natura abbastanza sospetta da richiedere una ricerca e un’indagine approfondite.

Gene Hackman aveva 95 anni, ma l’età avanzata non allevia il dispiacere della scomparsa di un interprete cinematografico che abbiamo amato per decenni. A chi lo guardava seduto in platea ha regalato personaggi che sembrano vivere oltre lo schermo, e la sensazione adesso è quella di un amico che se n’è andato per sempre, e consola poco la sua anagrafe. Resta però, una gloriosa carriera lunga 60 anni.  

È stato uno degli ultimi giganti del cinema hollywoodiano, tra i più prolifici e versatili della sua generazione, ha lavorato con alcuni tra i maggiori registi di sempre, sodalizi così ben riusciti da portarlo a ottenere cinque candidature agli Academy Awards e ben due Oscar per “Il braccio violento della legge” e “Gli spietati”.

“Antagonista” per eccellenza, particolarmente abile nell’interpretare personaggi cattivi e implacabili. Ma negli anni ha dimostrato che la sua notevole statura, il portamento e lo sguardo deciso non incarnano solo personaggi ruvidi, criminali o uomini ordinari. A questo proposito, in un’intervista al New York Times una volta disse di avere la faccia del “minatore di tutti i giorni”.

La sua presenza scenica era ineguagliabile; sapeva come occupare lo spazio, come farci sentire parte della sua storia. Aveva uno sguardo ironico e penetrante e una capacità di portare in vita figure complesse, dall’intrepido detective del Braccio violento della legge, al tenace e vulnerabile protagonista degli Spietati. Ogni interpretazione era un viaggio, un’immersione in emozioni che trascendevano le parole. Solo con un sorrisetto o una smorfia, Hackman sapeva comunicare sentimenti di amore, paura e determinazione.

Dustin Hoffman, che ha recitato con Hackman nell’adattamento di John Grisham del 2003 “La giuria”, ha reso omaggio all’amico in una sentita dichiarazione: “Ho incontrato Gene alla scuola di recitazione, alla Pasadena Playhouse, quando lui aveva 27 anni e io 19. Gene era come Marlon Brando, nel senso che ha portato qualcosa senza precedenti nella nostra arte, qualcosa che la gente non ha immediatamente capito, ma che era geniale”, ha aggiunto Hoffman. “Fu espulso dalla nostra scuola dopo tre mesi perché ‘non aveva talento’.  Era la prima volta che lo facevano. Era così bravo. Potente, sottile, brillante. Un gigante tra gli attori. Mi manca già.”

Mancherà a tutti noi.