La Confederazione AEPI – Associazione Europea dei Professionisti e delle Imprese, il sindacato CIU-Unionquadri, Unilavoro PMI, UNIPEL e Federdat chiedono ancora una volta l’intervento del ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. Sono addirittura pronti a ricorrere alle vie legali se non verranno accolte le loro istanze.
La questione riguarda il Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato. FSBA, infatti, per consentire alle imprese artigiane di ottenere l’assegno COVID-19, pretende la regolarizzazione dei 36 mesi di contributi e l’adesione obbligatoria ad un ente bilaterale.
Il presidente di AEPI, Mino Dinoi, parla di palese violazione dei principi costituzionali e chiede un immediato passo indietro da parte del Fondo “nel rispetto delle migliaia di imprese artigiane che necessitano di questi soldi per la cassa integrazione che, vorrei ricordarlo, sono pubblici. È impensabile vincolarne l’accesso all’iscrizione a un fondo privato, altrimenti sarebbe come non dare alcun sostegno, dal momento che il pagamento delle mensilità per i datori di lavoro può arrivare anche a qualche migliaio di euro. Al ministro chiediamo di fermare questo abuso”.
Nella lettera inviata al ministro del lavoro si sottolineano i dubbi “sulla trasparenza nella rendicontazione dei proventi pubblici da quelli privati, visto che il finanziamento destinato a FSBA viene di fatto incorporato all’interno del bilancio dello stesso”. L’unificazione del canale di finanziamento metterebbe in discussione i principi della Costituzione in materia di libertà associativa e sindacale e le regole del diritto comunitario della concorrenza.
Si chiede, quindi, che il Fondo garantisca semplicemente la fruizione dell’assegno ordinario a tutte le aziende in possesso dell’unico requisito per l’accesso e cioè il codice di autorizzazione, così come specificato dall’Inps. E che venga rettificato il decreto interministeriale dell’1/04/2020 in osservanza al disposto dall’art. 19, comma 6, del D.L. n. 18/2020: “gli oneri finanziari relativi alla predetta prestazione sono a carico del bilancio dello Stato”.
Ancora il presidente Minoi. “Non vorremmo che qualcuno stia facendo il furbo in un momento così difficile per la nostra economia. Penso alle migliaia di piccole e microimprese artigiane che non possono rischiare di perdere la propria posizione sui mercati nazionali e internazionali né di interrompere la produzione”. Va creato un codice EMENS e F24 separato per il finanziamento del Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato e il tempo stringe.