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A Pistoletto il Premio leopardiano La Ginestra

by Redazione
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Il prossimo mercoledì 13 settembre, a Torre del Greco, sarà consegnato a Michelangelo Pistoletto il premio LA GINESTRA 2023, riconoscimento nazionale letterario leopardiano.

Questa la Motivazione.

Michelangelo Pistoletto, in un lungo percorso che va dal Dopoguerra ad oggi, ha trasformato in arte i mutamenti accaduti nella psicologia individuale e nell’immaginario collettivo. La percezione del mondo fuori di noi, il sentimento fugace dell’istante, l’idea variabile del bello, l’incessante mutamento dei fenomeni e dei punti di vista che li osservano sono diventati il cuore del suo lavoro.

Nutritosi della pop-art, Pistoletto si è confrontato con i miti d’oggi e ne ha fatto rappresentazione. I frammenti fotografici, travasati su lastre di metallo riflettente, diventano il luogo di un’esperienza mentale, in cui tutti gli osservatori sono implicati. Chi guarda altera continuamente la forma della rappresentazione, al punto che «l’immagine che vediamo riflessa nello specchio non esisteva un momento prima di quel momento e non esiste più un istante dopo».

L’idea stessa di bello subisce nei suoi lavori una trasformazione profonda, che la collega all’immaginario di tempi altri. Proprio la Venere degli Stracci, l’opera ripresa nel corso degli anni fino alla recente disavventura di Piazza Municipio, costituisce, nella sua ideazione, la testimonianza esemplare della perdita di un’antica sacralità. Stracci variopinti si contrappongono e coesistono con un busto antico. La prosa della vita si intreccia con l’idea classica del bello e la contamina per sempre.

Pistoletto cerca una sintesi, estetica e sociale, che crei un equilibrio rinnovato tra artificio e natura: come la Mela rigenerata, disegnata da lui nel 2007, in cui la mela morsicata, emblema della Apple e simbolo massimo della tecnica, ritrova la forma di una nuova sintesi tra bisogni e esperienze separate.

Alla maniera di Leopardi, Pistoletto potrebbe ripetere che, “come la massima parte delle cose e verità che crediamo assolute, il bello è relativo” e “non ne abbiamo (come del buono) un’idea assoluta, ma ce la formiamo con l’assuefazione, il confronto, l’esperienza, con lo sviluppo dei nostri organi sensoriali più o meno delicati”.

E’ scortese dire che la Venere degli Stracci a Piazza Municipio a Napoli ha lasciato molti molto perplessi?