L’8 marzo è stata la giornata scelta dal Presidente del Consiglio Mario Draghi per rompere il silenzio che durava dal suo insediamento. Un videomessaggio trasmesso in occasione della conferenza “Verso una Strategia Nazionale sulla parità di genere”, organizzato dalla Ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, ha rappresentato l’occasione per un discorso alla Nazione in un momento tutt’altro che “felice”, dovuto all’incalzare della pandemia che, anche a causa delle numerose varianti del Covid, sta facendo registrare numeri da record.
Oltre a sottolineare come occorrano ancora “azioni mirate e profonde riforme, necessarie per coinvolgere pienamente le donne nella vita economica, sociale ed istituzionale del Paese, partendo prima di tutto dal cambiamento di noi stessi nella quotidianità della vita familiare”, il discorso del Presidente Draghi è stato un vero e proprio appello all’unità: “Questo non è il momento di dividerci o di riaffermare le nostre identità. Ma è il momento di dare una risposta alle tante persone che soffrono per la crisi economica, che rischiano di perdere il posto di lavoro, di combattere le disuguaglianze. In un solo anno il numero di italiani che vivono in una situazione di povertà assoluta è aumentato di oltre un milione, mentre si sono acuite altre disparità, prima fra tutte quella tra donne e uomini”
Intanto i numeri fanno davvero spavento: 22.409 nuovi contagi e 332 morti in un solo giorno farebbero pensare alla necessità di un nuovo lock down. Il CTS, sentito dal Governo, suggerisce misure più severe di contenimento e le varie anime che sostengono il Governo Draghi mettono in evidenza le diverse sensibilità nell’influenzare le scelte politiche da adottare.
Certamente la campagna vaccinale, che nella fase iniziale ci vedeva primi in Europa, e che ha poi subito un rallentamento dovuto anche ai ritardi nelle forniture, ci fa guardare la luce in fondo al tunnel. Ma la strada da percorrere è ancora lunga e il prezzo da pagare ancora da determinare, sia in termini economici che di vite da sacrificare, che ormai hanno superato le 100.000 unità.
A circa un mese dall’insediamento del nuovo Governo, dopo un iniziale entusiasmo registrato sopratutto dalla “finanza”, ci rendiamo conto che, come era prevedibile, non sarà Draghi la panacea di tutti i mali, né tanto meno Giuseppe Conte ne era stata la causa, anzi!
Giusto per sfatare qualche mito e al di là dei titoloni e dei fiumi di parole pronunciate e scritte al riguardo: il primo Giugno 2018 si insediava il Conte 1 e lo spread era a 238 punti; il 5 Settembre 2019 si insediava il Conte 2 e lo spread era a 149 punti; l’8 Gennaio (le dimissioni delle Ministre di Italia Viva sarebbero arrivate il 13 Gennaio e quelle di Conte il 26) lo spread era a 102 punti… ma nessuno si occupava di spread! L’8 Marzo 2021, Festa della Donna scelta da Draghi per il suo primo discorso pubblico, lo spread è a 104 punti. Ad onor del vero occorre anche sottolineare come i mercati finanziari abbiano ben reagito all’arrivo di “super Mario” tanto da far scendere lo spread in alcuni giorni anche sotto la soglia dei 100 punti ma, a nostro avviso, nulla che giustificasse un tale entusiasmo, rapportato soprattutto al fatto che nessuno aveva mai parlato dello spread che da oltre 230 punti base si era ridotto a 102.
Più che di spread, il Governo Draghi dovrà occuparsi nelle prossime settimane e nei mesi a venire di potenziare la campagna vaccinale ed operare scelte oculate per salvaguardare in primis la salute dei cittadini e favorire poi una ripresa economica. I tanto attesi ristori dovrebbero essere cosa già fatta.
Se ognuno farà la sua parte, e tutti rispetteremo scrupolosamente le regole, ci auguriamo che nel suo prossimo discorso il Presidente del Consiglio possa parlare di riduzione drastica dei contagi e di segnali incoraggianti di ripresa economica. Magari alla Festa della mamma!