In un festival di Sanremo anomalo, che forse proprio da questa diversità avrebbe potuto trovare la forza di realizzare qualcosa di assolutamente innovativo, l’unica vera sorpresa finora è stata Matilda De Angelis. Giovane attrice di 25 anni, partita dall’esperienza delle fiction nostrane è approdata alla grande produzione americana Netflix, lavorando con attori di calibro internazionale e non sfigurando. Sul palco dell’Ariston si è dimostrata spigliata, spontanea, preparata. In una parola, giovane e moderna rispetto al vecchio ed obsoleto ingranaggio dello spettacolo. Perché ne parliamo? E’ vero che probabilmente la sua scelta rientra nel bieco meccanismo presentatore uomo/valletta o co-conduttrice, ma Matilda avrebbe potuto benissimo da sola reggere lo spettacolo. Sarebbe stata una bella novità per Sanremo, in barba alle quote rosa che ritengo assolutamente umilianti per il genere. Dove c’è competenza e preparazione la differenza di genere non deve contare. Le quote rosa sono una ulteriore ipocrita protezione che garantisce, quando lo fa, la presenza femminile nei luoghi chiave, ma che non fa che umiliare, ritenendole incapaci di competere ad armi pari, il già difficile ed accidentato percorso lavorativo di tutte le giovani donne. Ma forse anche dei giovani uomini.
Più che sentirmi rassicurata dall’utilizzo delle quote rosa per garantire la presenza delle donne, mi domando perché c’è ancora l’esigenza di obbligare l’inclusione femminile forzando la parità di genere. Se, indipendentemente dal sesso, si hanno le competenze, in una società in cui veramente le donne si sentono uguali agli uomini e gli uomini ci credono, non ci sarebbe bisogno di alcuna legge per garantire la rappresentatività di genere. Forse, però, siamo ancora lontani dalla fine della società patriarcale. Purtroppo, come diceva Rossana Rossanda, essa si fonda su un patto con le donne, che nella famiglia si accontentano di un sottopotere cui però tengono moltissimo, e che non rinunciano allo stesso modo ad esercitare.
In un programma di intrattenimento leggero qual è il festival che pure cerca di far entrare nella sua scaletta spunti di riflessione sulla contemporaneità, mi sembra che la presenza della giovane attrice abbia dimostrato più di ogni parola quanto la professionalità conti. Noi abbiamo visto in lei solo la forza dello studio e la volontà di realizzare i propri sogni che non hanno sesso o genere. E se al posto di Amadeus e Fiorello, ormai avanti negli anni, ci fosse stato un presentatore delle nuove leve, andando così incontro alle aspettative di un pubblico millennians? Che differenza avrebbe fatto?