Ritorniamo, non per caso, sul Documentario “Pompei ultima scoperta”, trasmesso da Rai Due domenica 27 dicembre 2020.
Esso ha riscosso un significativo successo in termini di pubblico di telespettatori, toccando l’11,4% di share con tre milioni circa di italiani incollati alla TV, quasi il doppio della media della medesima rete in prima serata.
Questo giornale è stato il primo a segnalare alcune sbavature riguardanti la effettiva epoca del ritrovamento e la coproduzione folta di TV europee, oltre quella diretta del Parco Archeologico di Pompei. Noi annotammo l’eccessivo incombere nella presenza scenica dell’abile comunicatore che definimmo l’osannato Osanna, il quale da Pompei è riuscito a farsi fare da spalla dal ministro Franceschini in persona, da noi riconosciuto anche come il centravanti della Politica romana. Un leader politico capace di fare goal in TV senza il trampolino del Covid. Concludemmo quindi che Franceschini aveva colto in pieno la valenza politica di Pompei.
Ci impegnammo però con i lettori a fare una ricerca della notizia della Coproduzione e delle eventuali ricadute economiche a vantaggio degli Scavi di Pompei, sul Portale della trasparenza del Parco archeologico di Pompei. La ricerca l’abbiamo fatta, ma senza alcun risultato. D’altra parte già in passato, in un precedente articolo, abbiamo definito quello del Parco Archeologico di Pompei il portale della “Tapparenza” piuttosto che della Trasparenza.
Nel frattempo ci ha travolti – oltre che l’assalto di Washington – anche l’inasprirsi della polemica politica italiana, con gli ultimatum di Renzi e la difesa a oltranza del Governo da parte di Conte e dei suoi sostenitori, soprattutto i Cinque Stelle.
Gli esponenti del movimento grillino, infatti, al profilarsi della burrasca sul Governo, hanno aperto il fuoco di sbarramento proprio su Franceschini, che alcuni rumors capitolini davano possibile leader politico di un nuovo governo.
E, tanto per gradire, gli hanno indirizzato alcune interpellanze. Una di esse, è una interrogazione a risposta scritta, la N° 4/07-944 presentata a tre firme: i deputati Del Sesto, Martinciglio e Cadeddu.
Essa affronta con puntigliosità documentata l’intera questione del documentario RAI 2 «Pompei ultima scoperta» e ne ripropone scena e retroscena, entrando nel merito degli equilibri interni della RAI e delle varie sue strutture operative. L’interrogazione poi affronta nella interezza il problema della coproduzione internazionale del Documentario, già trasmesso da France 5 a marzo 2020 “e, successivamente, proiettato in più di 50 Paesi in tutto il mondo.”
Cioè non proprio una novità quella trasmessa dalla RAI, buona ultima a quanto pare.
L’interrogazione chiede notizie “sui rapporti formalizzati esistenti tra il Parco Archeologico di Pompei, Rai Documentari e Gedeon Programmesì” e anche che “il Ministero a guida Franceschini renda pubblico tutto l’iter che ha condotto alla realizzazione del docufilm.”
A dare manforte alla interrogazione a risposta scritta – dando il senso di un accerchiamento – è subentrato un comunicato stampa della senatrice Margherita Corrado che gira anche sul WEB. Nel Comunicato la senatrice in prima persona rende noto di avere “…chiesto alla Direzione del Parco Archeologico di Pompei (ndr: cioè Osanna) e alla Direzione generale Musei, (ndr: cioè sempre Osanna) scrivendo per conoscenza anche al responsabile MiBACT della prevenzione della corruzione e della trasparenza, di poter consultare tutta la documentazione esistente.”
La senatrice chiude il proprio Comunicato chiedendo: “…in qualità di membro permanente della Commissione ‘Cultura’ del Senato, di conoscere le condizioni dell’accordo e appurare l’entità dei vantaggi economici che lo Stato ha ottenuto dall’operazione”.
Gli Scavi di Pompei, quindi, in un modo o nell’altro, al centro dell’attenzione.