Con sentenza depositata l’11 novembre, la Corte di Cassazione ha riaffermato il principio per il quale “le pubbliche piazze, vie, strade, e altri spazi urbani, laddove rientranti nell’ambito dei Centri Storici, … sono qualificabili come beni culturali … ope legis”. Senza cioè necessità di una specifica dichiarazione di interesse storico artistico.
A darcene notizia è stata Italia Nostra, la quale si stupisce che un Tribunale “ignori le norme che è tenuto ad applicare e che la Cassazione sia costretta a ribadirle”.
Lo scorso maggio, infatti, il Tribunale di Benevento ha annullato un decreto di sequestro preventivo di una struttura realizzata nel centro storico di quella città senza autorizzazione della Soprintendenza. “Italia Nostra si augura che le parole dei giudici della Corte Suprema diventino ‘comune sentire’ e nessuno d’ora in poi si senta autorizzato ad ignorarle. Purtroppo, moltissimi Comuni violano questa disposizione di legge e le Soprintendenze sono costrette a ricordarla costantemente, richiamando gli Enti Locali alla sua corretta applicazione”.
Tutto giusto. Però, senza voler fare i difensori d’ufficio del Tribunale di Benevento, il sequestro era stato annullato per mancanza del fumus del reato perché, in base al Decreto Rilancio, “il posizionamento delle strutture … non prevederebbe più le autorizzazioni”. Tant’è che la Cassazione ha confermato la sentenza del Tribunale.