La Campania è un territorio complesso sotto il profilo ambientale, lo sappiamo tutti. E sappiamo anche che quello casertano lo è particolarmente. L’impegno al quale è quindi chiamato il personale dell’Arpac, l’Agenzia regionale per l’ambiente, è importante. Siamo andati nella sede del Dipartimento di Caserta per capire come opera concretamente. Ci ha ricevuto Dario Mirella, direttore ad interim del Dipartimento e responsabile dell’Area analitica, e Giuseppina Merola, responsabile dell’Area territoriale.
Come siete organizzati e cosa fate qui a Caserta?
Mirella. I dipartimenti provinciali dell’Arpac sono strutturati allo stesso modo: una direzione che sovrintende ad un’Area territoriale e ad un’Area analitica, che qui si occupa essenzialmente delle acque ad uso umano. Quindi acque di rete, acque di piscina e acque minerali, i cui dati vengono forniti alle Asl che definiscono l’utilizzabilità delle risorse idriche. Poi eseguiamo i controlli relativi agli scarichi, alle acque sotterranee da siti contaminati ed alla balneazione.
Merola. L’Area territoriale si occupa di ispezioni, controlli, monitoraggi e presidio del territorio. L’Area è suddivisa in Unità operative: monitoraggi dei corpi idrici superficiali e sotterranei; balneazione; aria ed agenti fisici; campi elettromagnetici; fonometria; acque reflue.
Partiamo dalle acque ad uso umano.
Mirella. La situazione è totalmente sotto controllo. La risorsa idrica infatti arriva sul territorio, tramite acquedotto, da lontano. Quando in alcuni punti non è sufficiente viene integrata ricorrendo a pozzi scavati sul posto. In questi casi possono nascere delle problematiche, che però sono conosciute e addebitabili perlopiù alla natura vulcanica del suolo. Non è un problema di inquinamento. Problemi ulteriori possono dipendere da perdite lungo il tracciato delle condotte in conseguenza magari di cadute di pressione o eventi analoghi. Ma la risorsa idrica è sotto stretto controllo con campionature molto frequenti e si riesce ad intervenire in tempo reale. Anche nel fine settimana comunichiamo i risultati delle analisi, se necessario si interrompe momentaneamente l’erogazione dell’acqua e vengono subito ripristinati i livelli ottimali.
Passiamo alle acque reflue.
Merola. I grandi depuratori regionali vengono controllati costantemente. Storicamente alcuni hanno avuto problemi di sforamento dei limiti, oggi però sono tutti in fase di revamping e abbiamo registrato un miglioramento lento ma costante. Noi eseguiamo i prelievi all’uscita del depuratore e cerchiamo di capire se, dal punto di vista impiantistico, il depuratore presenta problemi che portano al superamento dei limiti. A questo punto, forniamo al gestore prescrizioni tecniche puntuali e avvisiamo la Regione.
E veniamo ai Regi Lagni.
Merola. E’ una situazione complessa. I Regi Lagni sono un corpo idrico che raccoglie i reflui di un bacino molto vasto, che va oltre la provincia di Caserta, e di grande antropizzazione. I nostri monitoraggi evidenziano la costante scarsità della qualità ambientale.
Mirella. Oltre agli scarichi dichiarati che possiamo monitorare, esiste un’attività di smaltimento abusivo di reflui che è di difficilissimo controllo. In prospettiva si potranno utilizzare i droni e i sistemi di allarme satellitare, ma al momento si possono tenere sotto controllo solo gli scarichi dichiarati. Va poi considerato che gli scarichi dei depuratori in alveo hanno comunque un carico inquinante che non può essere assorbito dall’ambiente finché non arriva a mare. Questo perché il canale dei Regi Lagni è cementificato.
Ma non c’è solo l’acqua.
Merola. Infatti. L’Area territoriale esegue anche il campionamento ai camini delle grandi aziende, dove la situazione è abbastanza buona, analizzando i cicli lavorativi e producendo quando necessario prescrizioni tecniche. Ma ci occupiamo anche della parte elettromagnetica, del rumore e poi c’è il grande capitolo dei rifiuti. Noi controlliamo sia i piccoli impianti di gestione che quelli più grandi che hanno bisogno dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Inoltre, molto importante è l’attività istruttoria, finalizzata al rilascio delle autorizzazioni ambientali. Un lavoro molto impegnativo che ci permette di costruire i presupposti perché gli impianti non inquinino.
Qual è il rapporto con le Procure che si occupano di reati ambientali?
Mirella. Negli anni abbiamo instaurato un rapporto di fiducia. Veniamo interpellati anche semplicemente per consulenze o per chiarimenti. Ovviamente il crimine ambientale è molto presente sul territorio casertano. Partecipiamo poi a molti progetti, anche insieme all’Istituto Zooprofilattico e all’Istituto dei tumori. Cito ad esempio quello sugli aumenti anomali di patologie sul territorio. Al momento i risultati parziali non danno alcuna evidenza particolare e si ha in qualche modo una conferma indiretta del lavoro fatto a suo tempo dalla US Navy sugli insediamenti militari americani, che non riuscì a stabilire reali correlazioni.
Come interagite con le Amministrazioni locali?
Mirella. Stiamo cercando di creare le basi per un rapporto più diretto con i Comuni. Abbiamo avviato una serie di incontri con i Sindaci per mettere a loro disposizione la nostra enorme mole di dati come strumento per assumere decisioni politiche. Abbiamo cominciato con il Sindaco di Caserta, Presidente Anci, che ci aiuterà ad interloquire con gli altri Sindaci ai quali porteremo schede monografiche sui loro territori offrendoci come supporto per individuare soluzioni ai problemi locali.
Merola. A volte siamo visti solo come quelli che fanno le ispezioni e le multe. Ma a questo ruolo, pur importantissimo, va affiancata un’attività di prevenzione ambientale.
Di quali strutture potete disporre?
Mirella. Abbiamo occupato questa sede, di proprietà dell’Agenzia, quattro anni fa. Tutta la zona laboratori è stata interamente progettata da noi sulle specifiche delle singole attività che andavano svolte. Per fare degli esempi, disponiamo di una cabina elettrica che può mantenere in funzione tutte le apparecchiature in contemporanea e di una rete LAN che ci permette di salvare tutti i dati evitando qualsiasi crash. Peculiarità uniche nell’ambito dell’Agenzia. Unico a livello regionale è il nostro laboratorio di biomonitoraggio, che definisce l’andamento dei granuli pollinici nell’aria. Emettiamo un bollettino settimanale che non informa solo sulla crescita o diminuzione quantitativa dei granuli nell’aria, ma anche sulla tipologia di pollini. Questo consente al soggetto allergici di valutare se potrà avere problemi. Si tratta dell’unico laboratorio accreditato a livello nazionale su questa matrice. Entro il prossimo anno sorgerà poi un nuovo laboratorio che si occuperà di olfattometria dinamica, ossia di tutte le problematiche connesse ad attività antropiche che determinano molestie olfattive. Che non sono legate necessariamente ad un cattivo odore, ma alla percezione continuativa ed elevata di un qualunque odore.
Ma avete sufficienti risorse umane per smaltire una tale mole di lavoro?
Merola. Per la verità negli ultimi 5 anni abbiamo perso quasi il 40% del personale, anche a causa di quota 100, per cui a volte siamo costretti a scegliere di fare una cosa piuttosto che un’altra.
Mirella. Facciamo un po’ di salti mortali al momento e abbiamo dovuto diminuire la periodicità di alcune attività. Però il Direttore generale dell’Agenzia ha avviato una grossa campagna di assunzioni e si arriverà presto a bandire un concorso per 80/100 operatori tecnici per tutta l’Arpac.
Ce ne siamo andati persuasi di due cose: che la struttura Arpac di Caserta è una realtà sulla quale la Regione dovrebbe investire al più presto nell’interesse generale e che, per nostra fortuna, gli operatori che ci lavorano lo fanno con convinzione. Anzi, con passione.