“Oltre alla sfida della resilienza, possiamo vincere anche quella della ripartenza. Non c’è sfida più importante. Il confronto continuo ci aiuta a focalizzare con maggiore decisione in che modo utilizzare la storica occasione dei 209 miliardi europei per la spinta a una nuova Italia”
Durante l’intervento con videomessaggio alla giornata evento “Insieme per ricostruire”, organizzata a Bologna il 26 settembre dall’Osservatorio Economico e Sociale Riparte l’Italia, il premier Conte ha salutato gli addetti ai lavori concentrando l’attenzione sul prosieguo dell’attività di governo che, dopo le votazioni referendarie ed amministrative, vorrà affrontare una nuova stagione di riforme per un rilancio economico del nostro Paese.
Alla vigilia delle elezioni abbiamo sottolineato come qualsiasi esito fosse uscito dalle urne, non poteva in alcun modo essere valutato come un giudizio nei confronti di Giuseppe Conte e della fiducia riposta nel Governo da lui guidato. Allo stesso modo, nonostante si parli in maniera diffusa di un rafforzamento della leadership del premier pugliese, che uscirebbe vincitore dalla consultazione elettorale insieme ai partiti che compongono la maggioranza che lo sostiene, non crediamo sia serio questo tipo di analisi. Il referendum, innanzi tutto è stato un plebiscito popolare che ha decretato la volontà da parte della gran parte dei cittadini italiani di avere una politica più sobria, mentre il risultato delle amministrative, sia Regionali che Comunali, sono l’espressione di un consenso che il più delle volte premia le persone, la capacità di essere incisivi sui territori e l’intelligenza di saper aggregare e stare insieme.
Il governo nazionale, e l’azione politica della maggioranza parlamentare, ha dinanzi a sé una sfida importante. L’autorevolezza del Premier e la credibilità dell’Italia all’estero non dipendono certo dal risultato elettorale ma dal percorso fatto in quest’ultimo anno. Adesso si tratta di cambiare marcia e di attuare un’importante azione di riforme e di investimenti sfruttando a pieno le ingenti risorse che per i prossimi anni saranno messi a disposizione dall’Unione Europea. Occorre inoltre fare i conti con la pandemia e con il ritorno di numeri preoccupanti di contagi che, senza una rigorosa politica di prevenzione, rischierebbero di compromettere seriamente qualsiasi tentativo di ripresa.
Tutti ci auguriamo il meglio, ma ognuno dovrà fare la sua parte!