Al centro del dibattito e dell’azione delle prossime amministrazioni comunali ricadenti nel comprensorio territoriale dell’area vesuviana, viene unanimemente posto, tra le altre questioni di valenza sociale e sanitaria, la questione territoriale ovvero l’adozione e l’approvazione dello strumento urbanistico comunale, per creare condizioni di sviluppo, tutela ambientale e sicurezza sociale e territoriale.
Lo stato della pianificazione territoriale della Città Metropolitana di Napoli, già Provincia di Napoli, presenta elementi di criticità con riflessi diretti sulla strumentazione urbanistica comunale.
Quella di Napoli è la sola provincia della Regione Campania non dotata di un Piano di Coordinamento Territoriale vigente, come prescritto dalla legge regionale n.16 del 2004 sul Governo del Territorio. Mancando nel territorio della Città Metropolitana lo strumento pianificatorio sovracomunale (P.T.C.) vigente, i relativi Comuni non sono supportati nell’articolazione delle zone omogenee e nella calibratura dei carichi e pesi urbanistici da un efficace quadro territoriale dispositivo di riferimento.
In tale contesto normativo sopraggiunge la disposizione di cui alla L.R. n. 26/2018 ove si statuisce che: “Le funzioni di pianificazione generale attribuite alla Città Metropolitana di Napoli dall’articolo 1, comma 44, lettera b) della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni – Legge Del Rio) sono assicurate dal Piano Territoriale Metropolitano”. 2. “Il Piano Territoriale Metropolitano ha funzione di coordinamento e di pianificazione territoriale generale”.
In proposito non può non evidenziarsi che il citato Piano Territoriale Metropolitano allo stato non risulta redatto ma in corso di affidamento progettuale.
Il Consiglio Metropolitano di Napoli con delibera n.8 del 28.02.2018 ha approvato le “Linee guida per l’identificazione delle Zone Omogenee della Città Metropolitana di Napoli elaborata ai sensi della legge 56/2014 e dello Statuto della Città Metropolitana.”
In coerenza con le suddette Linee guida, nonché con il Piano Strategico, il Piano Territoriale Metropolitano recepisce la suddivisione del territorio metropolitano in 5 aree omogenee individuate al fine di far interagire i Comuni e gli attori metropolitani in un percorso virtuoso di condivisione degli obiettivi e dei compiti per un coordinato sviluppo del territorio.
Nel documento viene evidenziato che le 5 zone, in virtù di un più armonico, equilibrato e funzionale assetto del territorio, sono state identificate sulla base di caratteri identitari e ragioni storiche, di contesti geomorfologici, naturalistici e paesaggistici, di relazioni funzionali e quadri economico-sociali che ne giustifichino la comune appartenenza. La loro istituzione è finalizzata a favorire il governo del territorio garantendo una regia politico-amministrativa capace di dare risposta direttamente ai 92 Comuni afferenti l’area vasta.
In questa prospettiva, nel processo di pianificazione strategica e territoriale, “le zone omogenee vengono delimitate in modo da organizzare al proprio interno comuni che esprimono elementi di convergenza ed affinità, sia di ordine strutturale (caratteristiche economico-produttive comuni e inter-connessioni logistiche e viarie, in relazione agli assi prevalenti di comunicazione), sia di ordine sovrastrutturale (caratteristiche socio-culturali comuni e relazioni storiche e di appartenenza”.
Ai sensi dell’art. 4 dello Statuto della Città metropolitana le zone omogenee costituiscono l’ambito ottimale sia per la gestione e la fornitura associata di servizi pubblici locali, comunali e metropolitani, anche attraverso la delega di funzioni da parte della Città metropolitana, sia per il confronto teso ad individuare le direttrici comuni dello sviluppo economico e del Piano strategico.
In particolare, relativamente al comprensorio vesuviano vengono articolate le seguenti zone omogenee con i relativi accorpamenti.
Zona 4 Interno Vesuvio – Nolano: (San Sebastiano al Vesuvio, Massa di Somma, Volla, Cercola, Pollena Trocchia, Casalnuovo, Sant’Anastasia, Pomigliano d’Arco, Castello di Cisterna, Brusciano, Mariglianella, Marigliano, San Vitaliano, Scisciano, Saviano, Nola, Cimitile, Cicciano, Camposano, Comiziano, Roccarainola, Tufino, Casamarciano, Visciano, San Paolo Belsito, Liveri, Carbonara di Nola, Somma Vesuviana, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, San Gennaro Vesuviano, Palma Campania, Terzigno, Poggiomarino, Striano), popolazione totale: 534.820 abitanti.
Zona 5 Costa Vesuvio – Sorrentino: (San Giorgio a Cremano, Portici, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata, Boscotrecase, Trecase, Boscoreale, Pompei, Castellammare di Stabia, Santa Maria la Carità, Sant’Antonio Abate, Pimonte, Gragnano, Lettere, Casola, Agerola, Vico Equense, Meta di Sorrento, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento, Massa Lubrense, Anacapri, Capri), popolazione totale: 598.397 abitanti.
Riesce problematico condividere le motivazioni che hanno indotto i redattori ad identificare i caratteri identitari, le ragioni storiche, i contesti geomorfologici, naturalistici, paesaggistici, di relazioni funzionali e quadri economici e sociali che ne giustificano la comune appartenenza.
L’articolazione delle zone omogenee, al converso, sembra rispondere ad una logica quantistica non condivisibile in quanto : 1) Mantiene inalterata la conformazione del Comune di Napoli con una popolazione il doppio di quella di ciascuna zona momogenea, prodomica a consolidare l’egemonia del Comune capoluogo rispetto ai Comuni del restante territorio metropolitano; 2) rafforza la perdurante egemonia politica e territoriale Napolicentrica, al contrario del perseguimento di uno sviluppo strategico e diffuso armonicamente di tutto il territorio metropolitano, come sancito dallo Statuto della Città metropolitana.
Il comprensorio vesuviano, ai sensi del Piano Territoriale Regionale, approvato con la legge regionale n.13 del 2008, viene definito “Campo Territoriale Complesso” Area Vesuviana, costituito dal Vesuvio e dal territorio circostante.
“Gli interventi infrastrutturali nell’area vesuviana si incrociano con gli effetti del Rischio Vesuvio che impone alle politiche territoriali regionali la predisposizione di una manovra ad hoc di mitigazione del rischio e di messa in sicurezza dell’intero ambito insediativo “Vesuvio”; attraverso una decompressione demografica in linea con gli obiettivi della legge regionale n.21 del 2003”.
In linea con il dettato del P.T.R. l’articolo 50 lettera e) del disegno di legge regionale recante “Norme sul Governo del Territorio” di auspicabile prossima approvazione, relativamente al comprensorio Vesuviano e Campi Flegrei, stabilisce che:
“Per le opere e lavori pubblici di interesse strategico regionale si intendono le opere ed i lavori pubblici che si realizzano nella regione Campania la cui programmazione, approvazione ed affidamento spetta alla Regione, che siano:
– finalizzati a migliorare le condizioni di accessibilità attiva e passiva della zona rossa per emergenza vulcanica del Vesuvio e dei Campi Flegrei mediante la realizzazione o adeguamento di infrastrutture funzionali al miglioramento delle vie di fuga e delle strutture per la logistica previste dal Piano di allontanamento della popolazione residente in zona rossa.
Qualora la realizzazione delle opere e lavori pubblici di interesse strategico regionale richieda l’azione integrata di una pluralità di enti interessati, la Regione promuove la procedura dell’Accordo di Programma previsto ai sensi dell’articolo 49 della presente legge.”
In siffatto contesto normativo e territoriale, lo strumento urbanistico comunale dei Comuni del comprensorio vesuviano non può prescindere dalla valutazione ed approfondimento degli elementi e piani settoriali strutturanti il territorio considerato, al fine di coniugare le previsioni di sviluppo economico e produttivo, culturale, ambientale, sanitario, infrastrutturale nella prospettiva della sicurezza territoriale e della mitigazione dei rischi naturali ed antropici.
In conclusione, si auspica il perseguimento delle seguenti opzioni territoriali:
1) Completare la riforma delle Città Metropolitane con l’elezione diretta dei loro rappresentanti.
2) Mantenere ed assicurare la unitarietà dei territori e dei comuni ricadenti nel sistema territoriale complesso denominato Area Vesuviana – Zona rossa.
3) Promuovere il coordinamento degli enti interessati ricadenti nell’Area Vesuviana (Regione; Città Metropolitana; Comuni; Parco Nazionale del Vesuvio; Autorità di Bacino; Soprintendenze; Protezione Civile; Prefettura di Napoli) al fine di definire ed individuare le opere e gli interventi di interesse strategico regionale per rafforzare la sicurezza territoriale, agevolare le vie di fuga e promuovere la mitigazione dei rischi naturali.
4) Riequilibrare, attraverso il Piano Territoriale metropolitano, in uno con il Piano Strategico, gli squilibri di benessere tra il Comune Capoluogo ed il restante territorio metropolitano per perseguire ed assicurare uno sviluppo coordinato, armonico e diffuso delle Comunità interessate.