Si chiama “2019 Annual Report CO2 Emissions from Maritime Transport” ed è stato recentemente pubblicato dalla Commissione europea. Si tratta della prima relazione annuale sulle emissioni di CO2 del trasporto marittimo. Non tutto. Il rapporto si riferisce alle emissioni generate dalle navi con oltre 5.000 tonnellate di stazza lorda che hanno effettuato attività di trasporto marittimo legate allo Spazio economico europeo (SEE).
Circa 11.600 navi (passeggeri roll-on / roll-off, portarinfuse, petroliere e navi portacontainer di età media di 11 anni, pur con grandi differenze tra tipi di navi) che rappresentano il 38% della flotta mercantile mondiale ed hanno trasportato merci o passeggeri per motivi commerciali. I dati sono relativi al 2018, comunicati dalle compagnie di navigazione nel 2019 ai sensi del regolamento UE sul monitoraggio, la comunicazione e la verifica (MRV) delle emissioni di CO2. Dal 2018 le compagnie sono infatti tenute a monitorare le proprie emissioni, il consumo di carburante e altre informazioni.
Oltre 138 milioni di tonnellate di CO2 pari al 3,7% delle emissioni totali nell’UE, secondo le valutazioni dell’Agenzia europea per l’ambiente. I due terzi sono legate a viaggi verso o da un porto al di fuori del SEE. I viaggi all’interno del SEE causano “solo” il 32% delle emissioni totali. Le navi portacontainer hanno rappresentato la quota maggiore di emissioni con oltre il 30%.
L’efficienza energetica tecnica della flotta monitorata sembra essere in linea con quella mondiale, ad eccezione delle navi portacontainer di piccole dimensioni, e soddisfare già gli standard applicabili nel periodo 2020-2025. La stragrande maggioranza delle navi ha ridotto la propria velocità (rispetto al 2008) dal 15 al 20%, risparmiando carburante e riducendo le emissioni. I dati relativi alle singole navi sono pubblicati su THETIS-MRV, la banca dati della Commissione e dall’Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA).