Il Macadam, cantiere delle arti viaggianti, riprende il suo viaggio. Mette carburante nel Bus theater e, insieme con il Casabar, va alla ricerca di luoghi e persone con cui ricostruire quel filo sottile eppure resistente di collaborazione, complicità e cameratismo con il suo pubblico.
Dopo aver lavorato, in epoca pre-Covid, in un capannone di una ex area industriale a San Giovanni a Teduccio, la necessità di spazi più ampi per garantire il distanziamento ha spinto questi giovani artisti a cercare altrove. Il caso ha voluto che si imbattessero in un luogo che già nel nome supera ogni immaginazione. Il Parco della quarantena. Sì, esiste davvero. Situato a Bacoli in via Spiaggia Romana tra il lago Fusaro, la pineta di Cuma e il mare. Realizzato ad inizio Novecento, nel secondo dopoguerra accolse animali provenienti da colonie africane e trasferiti successivamente in zoo e circhi italiani ed europei. L’area verde – in abbandono per quasi trenta anni e recuperata negli ultimi tempi da una rete di associazioni – si distingue per le varietà arboree e per gli ampi spazi. Un paradiso terrestre che copre una superficie di ben 80 campi da calcio regolamentari. Circa 125.000 mq. Ha riaperto il 28 giugno dopo che, come “atto d’amore per la natura”, associazioni e volontari hanno ripulito alcune aree verdi.
Ed ecco che per il Macadam si è venuto a creare un corto circuito virtuoso. Da un lato, mettere in scena spettacoli all’insegna della fusione dei diversi linguaggi scenici. Teatro, circo contemporaneo, teatro di figura, video-proiezioni sotto le stelle, musica e concerti. Dall’altro, valorizzare un luogo viciniore poco noto ma in una zona di grande interesse archeologico e naturalistico. Basti pensare che dell’antica Bauli (Bacoli) si conservano i resti delle Cento Camerelle. Della Piscina Mirabile. Del cosiddetto Sepolcro di Agrippina. Nell’età augustea Bacoli diventò, addirittura, il principale avamposto militare e capitale della cultura e della mondanità. Insieme alla vicina Baiae.
I ragazzi del Macadam si propongono di realizzare due giorni di spettacoli. Tra fine agosto ed inizio settembre. Vi parteciperebbero anche altre realtà legate alle arti performative per creare durante il giorno, prima degli spettacoli serali, aree dedicate alla formazione e al benessere. Tra cui quelle per l’apprendimento delle abilità circensi. A ciò si aggiungerebbero un’area dedicata alle piccole realtà artigianali del territorio, oltre ad un’area ristoro a cura del “Where is Casabar”. Il condizionale è d’obbligo. Perché sappiamo tutti che senza denaro non si canta messa e che, quindi, per avviare un’iniziativa coinvolgendo più attori bisogna battere cassa. Tuttavia in questi tempi bui la solidarietà è un’arma vincente.
Questo l’appello che il Macadam rivolge a noi tutti. Aiutaci a realizzare il montaggio della carovana. Co-produci anche tu la festa delle arti viaggianti al parco della quarantena. Sostieni il progetto su produzioni dal basso. Innesca il contagio virtuoso tra i sostenitori della campagna crowdfunding.
https://www.produzionidalbasso.com/project/festa-delle-arti-viaggianti-al-parco-della-quarantena/
La polisemia che, in contesti diversi, può assumere la lingua è davvero straordinaria. Contagio, quarantena, virale. Termini odiosi fino a qualche tempo fa che, però, possiamo recuperare in una ottica di solidarietà e ri-partenza virtuosa.