Lasciando perdere per un momento gli urlatori da tastiera e gli irriducibili qualunquisti per i quali i politici sono tutti ladri e incapaci e chi se ne frega chi viene eletto (come se poi loro vivessero su Marte), gli elettori campani si stanno chiedendo chi saranno i prossimi candidati presidente della Regione. Tra chi dovranno, cioè, scegliere il futuro gestore di una fase delicatissima come quella della post emergenza.
I nomi che circolano, in un balletto un po’ alimentato da noi giornalisti in cerca di titoli e molto dagli stessi protagonisti che si lanciano reciprocamente messaggi, stamattina (ma non è detto che staserà sarà ancora così) sembrano essere quelli di De Luca, Caldoro e Ciarambino.
Ma non sono gli stessi di cinque anni fa? Anzi, due di loro non sono addirittura gli stessi di dieci anni fa? Quindi, atteso che la Ciarambino con il solo appoggio dei 5Stelle ha davvero poche possibilità di vittoria, la partita si giocherebbe per la terza volta tra De Luca e Caldoro. Questa volta tocca a me o a te? Non mi ricordo, vedi tu. Tanto poi al prossimo giro ci scambiamo.
Aldilà delle battute, il mondo negli ultimi dieci anni è cambiato non poco e i problemi sul tappeto richiedono risposte nuove. Questo non significa che non possano darle personaggi già collaudati, anzi, ma che i programmi di governo, la visione del territorio, vanno adeguati e spiegati agli elettori.
Ora, voi avete la più pallida idea di quali siano le vere priorità dei presunti candidati? Vi hanno mai raccontato quando e cosa intendano concretamente fare? Dove, con chi, perché? Hanno mai fatto capire come riusciranno a fare sintesi tra le varie anime degli schieramenti politici che li sostengono? De Luca dai vari transfughi del centrodestra a Leu, passando per una miriade di liste civiche e partitini assortiti. Caldoro pressato dai mille signori della guerra che a destra si combattono tra loro. Ciarambino fra Fico e Di Maio, come dire il giorno e la notte.
Sembra tanto che pretendano una delega in bianco. Cosa volete sapere voi di programmi. Andate piuttosto a lavorare (se un lavoro ce l’avete) e mantenete il distanziamento sociale. No, non quando andate in ufficio usando mezzi pubblici pieni come uova, ma quando uscite la sera. Volete sapere prima di votare quanto e come investiremo nella sanità pubblica piuttosto che nel trasporto o nella politica del lavoro? A parte che non lo sappiamo neanche noi, ma sono domande da farsi?
Mettetevi la mascherina piuttosto.