Vittoria Titomanlio, chi era costei? una delle 21 donne che fecero parte dell’Assemblea Costituente che diede, con la Costituzione, un nuovo volto all’Italia. Sono state ricordate in tutta Italia, non solo per una questione di quote rosa, anche nella commemorazione di un giorno così importante. Sono state le Madri Costituenti di un’Italia che di Padri ne aveva molti di più. Erano prevalentemente insegnanti, provenienti dall’area cattolica, fatte salve eccezioni eccellenti quali ad esempio Nilde Iotti, Teresa Mattei, Angelina Merlin. Ma ricordiamo anche Adele Bei, casalinga, che sosterrà la parità tra uomo e donna. Insomma un piccolo nutrito gruppo di combattenti che da luoghi ed esperienze di vita diversi giungevano a Roma per rifare l’Italia. Dodici insegnanti su ventuno. Era sicuramente un lavoro prevalentemente femminile, si riteneva che la figura materna potesse avere un ruolo determinante nell’accompagnare il giovane nel suo percorso di formazione. Erano anche forse le uniche carriere “facili”, quelle che avrebbero lasciato alle donne più tempo per la famiglia, anziché pensare alla carriera. Erano, però, donne che stavano sulle barricate della quotidianità, conoscevano le difficoltà delle famiglie, i ripetuti abbandoni scolastici, forse anche la terribile epurazione degli studenti ebrei dalle scuole del Regno a seguito delle leggi razziali. In un contesto di giuristi, uomini di Stato, politici di lunga esperienza, avranno portato la voce della vita di tutti i giorni. Una voce anche troppo esigua visto il loro scarso numero. Il punto di partenza doveva essere l’uguaglianza di diritti mai riconosciuta dalla società fascista.
“Noi non vogliamo che le nostre donne si mascolinizzino, noi non vogliamo che le donne italiane aspirino ad un’assurda identità con l’uomo; vogliamo semplicemente che esse abbiano la possibilità di espandere tutte le loro forze, tutte le loro energie, tutta la loro volontà di bene nella ricostruzione democratica del nostro Paese. Per ciò riteniamo che il concetto informatore della lotta che abbiamo condotta per raggiungere la parità dei diritti, debba stare a base della nostra nuova Costituzione, rafforzarla, darle un orientamento sempre più sicuro”. Teresa Mattei ha 26 anni quando nel 1947 pronuncia queste parole nell’aula di Montecitorio. Pacifista, partigiana, pedagogista ed insegnante, è la più giovane eletta all’Assemblea Costituente.
Il 2 giugno l’Anpi ha celebrato lei e le altre madri con una rosa rossa deposta sulle loro tombe, insieme a sindaci e prefetti, nelle cinque città in cui sono sepolte (Milano, Trento, Bologna, Roma e Napoli).
Vittoria Titomanlio, nata a Barletta, insegnante a Napoli, attivista dell’Azione Cattolica, partecipa alla Costituente e siede per quattro legislature in Parlamento, fino al 1968, eletta nel collegio di Napoli. In Assemblea interviene in difesa dell’autonomia regionale come espressione di libertà e democrazia e a sostegno della pubblicazione da parte dei giornali delle rettifiche di notizie su persone di cui sia stata lesa la dignità. Argomento di estrema attualità ed importanza.
Eppure nel cimitero di Poggioreale non c’era niente che la ricordasse, neanche un nome sulla tomba. Il suo corpo è custodito nella tomba di una famiglia amica. Per l’occasione del 2 giugno Anpi e Comune hanno provveduto ad incidere il nome sulla lapide. Su di essa è stato deposto il fiore del ricordo. Ben poca cosa, se pensiamo che sono state delle apripista: Perché, da quelle 21 nel 2018, le elette in Parlamento sono arrivate al 35%.
Importante la simbologia della rosa rossa a cui fin dall’antichità, per il mito di Adone e Afrodite, fu attribuito il significato di amore profondo, capace di sconfiggere persino la morte. Allora bisognava rinascere dagli orrori della guerra, oggi da ben altra ma assai grave devastazione. Il ricordo di quelle donne, con quelle rose, può simbolicamente darci una mano a ricostruire.