Europa Si, Europa no, Europa cosa? Europa sociale. Molti la lodano ricordando il proprio Erasmus, tutti la rinnegano seduti ai tavoli del bar di Facebook, alcuni non sanno cosa aggiungere e demandano a tematiche che spaziano tra video di Youtube ed approfondite letture dei tanti luminari che popolano i social.
E’ realmente così dannosa l’Europa? Chi sarà questo Eracle, valoroso, che ucciderà l’Idra dalle sette teste? Alcuni annunciavano la BrExit come il punto di non ritorno, altri vaticinavano un New Word Order pronto a ribaltare le sorti del continente, altri ritornano a citare alcuni Youtuber. La verità è una: l’Europa è necessaria. Nonostante sia piena di criticità e di controsensi, nonostante abbia dato risultati mediocri rispetto a quelli attesi, l’Europa come soggetto politico è importante: l’opportunità più grande che possiamo avere.
E’ opportuno analizzare il fenomeno. Siamo sicuri che il vero problema sia l’Europa politica e la soluzione sia il ritorno al nazionalismo e all’autarchia? Siamo sicuri di voler condannare la Germania per aver favorito i propri interessi di Stato? Avendone l’opportunità chi avrebbe reagito secondo una logica missionaria? Sarebbe magari più opportuno analizzare il fenomeno essendo consapevoli che un certo tipo di politica, in Italia, forse non è stata capace di garantire fino in fondo gli interessi del sistema Paese. Questa non è faziosità ma un dato storico di quelli che si studiano sui libri di autori importanti e autorevoli. Nell’attuale modello globalizzato un Paese fragile come l’Italia, fuori dall’Europa, finirebbe per essere cannibalizzato definitivamente da un assetto mondiale ultraliberista. E’ opportuno, dunque, esercitando lo strumento del Silenzio e dell’Ascolto, fare massa critica sugli errori e non ripeterli. Errare è umano, recita un detto di saggezza antica, perseverare è da stolti. I trattati sull’importante crisi economica e sociale degli ultimi decenni riempiono le librerie fisiche e virtuali. Le proiezioni per gli anni a venire parrebbero non annunciare nulla di buono. Tale situazione è chiara ad ognuno ma non è chiara la soluzione. Senza alcuna retorica, non mi stancherò di mostrare la grossa opportunità che si svela. Un sistema che si incrina, in questo caso il sistema liberista di stampo anglosassone, è un sistema che mostra le sue criticità. In queste criticità è contenuta la forza dell’alternativa.
Questa alternativa è l’Europa dei Popoli, identitaria e di stampo Sociale. L’Europa, così declinata, realizzerebbe un organismo federativo che valorizza le tradizioni dei territori, tutelandoli, senza renderli contenitori anonimi da asservire ad una Troika cinica e senz’anima. Acceleratore millenario di Sapienza, uno dei punti di forza dell’Europa sono sempre state le contaminazioni e la sua visione ecumenica non circoscritta ad un ristretto corredo di cromosomi nonché di Storia. Catalizzatore principale il Mediterraneo e le profonde radici identitarie comuni. L’Europa odierna gioca in questi anni una partita importante che potrebbe influenzare le sorti geopolitiche del mondo. E’ in questo contesto che l’Europa dei Popoli di stampo Sociale ed Identitario, promossa dai Paesi del sud Europa, va a creare quel modello opportuno ed alternativo al modello tedesco e dei Falchi del Nord di stampo marcatamente liberista.
In questo contesto, campioni e promotori di tale scelta necessaria, sono Paesi come l’Italia, la Francia, la Spagna che hanno il compito di aprire le braccia al resto dell’Europa continentale per impiantare questo nuovo modello di sviluppo sociale e di sistema. Il nostro ruolo è importante e al contempo delicato: essere Innovatori nel solco della Tradizione. E’ opportuno, dunque, sostenere la riscoperta di un continente Europeo, nella sua totalità, che sia sinonimo di Civiltà nel mondo e che declini ogni istinto, anche solo velatamente, nazionalista e regressivo.