Sarà di certo successo anche a voi. A me capitava praticamente ogni volta che andavo in un ristorante o a cinema, o in altri luoghi pubblici; forse perché sono decisamente uno sprovveduto quanto al web e ogni volta che apro una pagina accetto tutto – cookie ed altre diavolerie – ed avrò anche acconsentito a lasciarmi tracciare passo passo.
Fatto sta che una volta a settimana mi arriva da qualche mese una comunicazione che mi ricorda dove sono stato, quanti chilometri ho percorso e con quali mezzi, dove ho mangiato e quale museo ho visitato. Non parliamo poi se provo ad acquistare on-line un qualsiasi oggetto. Neanche finisco la ricerca che ogni pagina che consulto successivamente mi si apre contornata da annunci pubblicitari su prodotti uguali o simili a quello che ho cercato. Tutto questo, è importante sottolinearlo, accadeva PRIMA della pandemia ed accade tuttora, pur se l’occulto tracciatore dei miei movimenti, da due mesi a questa parte, deve accontentarsi delle mie passeggiate sotto casa con i cani.
Ho la mia età e che qualche Grande Vecchio planetario sappia cosa leggo, cosa mangio e dove sono stato non me ne può fregare di meno. Non mi sento in pericolo per questo, anche se comprendo bene che qualcun altro possa sentirsi minacciato dallo spione invisibile che ci segue e sorveglia h24. E sì, perché mica il vecchio traccia solo me. Magari io sarò stato particolarmente capoccione, ma se viene tracciato un innocuo vecchietto in pensione, lo saranno senza alcun dubbio quelli che contano. Tuttavia, senza con questo voler snobbare le preoccupazioni circa i rischi per la nostra libertà, io non mi sento irretito dallo spione del web nel pensare ciò che che ritengo giusto, nell’esprimerlo pubblicamente e nell’agire di conseguenza.
È poi scoppiata la pandemia e, allo scopo di controllarne gli sviluppi, il nostro governo sta pensando di consigliare ai cittadini di scaricare sui propri cellulari una App Immuni che a suo avviso servirà per individuare tempestivamente coloro ai quali si è accostato un eventuale positivo al virus. Ciò dovrebbe servire a isolare sul nascere nuovi focolai virali.
Apriti cielo, la tirannia è alle porte, il mostro Bill Gates è pronto a prendere il potere planetario, ancora pochi giorni e sarà l’apocalisse. E giù con gli appelli alla nuova resistenza: rifiutatevi di scaricare la App Immuni, non restate più chiusi in casa, ribellatevi alla nuova tirannia. Quanto a Bill Gates, maledetto lui, che venga processato da un tribunale penale internazionale ed appeso a qualche pennone della libertà insieme ai governanti che non lo perseguono.
In realtà, come si è visto, l’App Immuni – così l’hanno chiamata – non cambierà di un nulla la nostra esposizione al tracciamento. Se sarà davvero adottata e se sarà ben congegnata, servirà a tutelare la nostra salute. Se viceversa sarà mal concepita, non servirà a un bel nulla. Ma gli spazi della nostra libertà non saranno intaccati di una virgola rispetto a quanto non lo siano già oggi.
Siamo tutti in libertà vigilata, mi pare scontato. Eppure, in questa libertà che a tanti appare effimera, io potrei tranquillamente buttare nel cestino il mio cellulare sottraendomi all’occhio indiscreto di Bill Gates. Sono liberissimo di farlo, se non lo faccio è perché non mi conviene, perderei tutte le utilità che quell’aggeggino mi garantisce. E gli infaticabili nemici della finanza globale sono a loro volta liberissimi di diffondere le loro opinioni attraverso la rete. Possono farlo anche quelli che diffondono fake news su Bill Gates. Sono padroni di enunciarle finanche nei parlamenti del mondo libero.
L’on. Sara Cunial, ad esempio, alla nostra Camera dei Deputati, giovedì scorso, è riuscita in poco più di sei minuti a sintetizzare mirabilmente ogni sorta di fake circolata sul web. Ed ha potuto farlo in piena libertà, tutelata dal presidente di turno dell’assise. Chissà se a codesta temeraria deputata verrà mai in mente che, grazie al lager virtuale da lei denunciato, lei stessa sta ancora lì, in Parlamento, ben retribuita dai cittadini italiani. Com’è giusto che sia, essendo stata eletta in libere elezioni da cittadini a suo dire anestetizzati da quei mascalzoni del Bilderberg.
Ci pensi la nostra pasionaria, se invece che nel lager virtuale, stessimo nella meravigliosa società che lei agogna, staremmo già nei lager reali, quelli dove la vita si perde sotto tortura, non si salva dai coronavirus.
Accadde con Hitler nel XX secolo; il quale, d’altronde, non ebbe bisogno della App Immuni per sterminare ebrei ed oppositori.