Ripartire! Questo sembra essere l’imperativo categorico che da settimane invade ogni area del Paese. In realtà in tutta Europa, e nel resto delle nazioni colpite dalla pandemia da Coronavirus, l’Economia allo strenuo sta mettendo in ginocchio interi settori produttivi con conseguenze che in gran parte dovranno ancora verificarsi.
In modo graduale stiamo assistendo alla ripresa di diverse attività, anche se con qualche differenza da regione a regione, ed il silenzio tombale che abbiamo “ascoltato”, in particolar modo nelle serate delle settimane che hanno preceduto la Pasqua, è ormai un ricordo lontano.
Probabilmente, nonostante la preoccupazione per una situazione angosciante, dovuta ai bollettini “di guerra” che contano ogni giorno “ancora” centinaia di decessi; nonostante il disagio dovuto alla precarietà economica ed alla paura del futuro, che si fa sempre più “presente”; ci siamo meravigliati della sensazione di benessere che ognuno di noi ha potuto apprezzare in quelle Domeniche in cui tutto è stato fermo, in quei pomeriggi trascorsi in famiglia ed in tanti momenti in cui ci è capitato di dover necessariamente uscire in auto e siamo rientrati, magari, senza aver incrociato nessuno. E’ certamente vero che questi due mesi hanno fatto bene alla natura, all’aria che respiriamo, ai parchi che si sono popolati di lepri e scoiattoli, dando la possibilità (o se vogliamo “obbligando”) a tante persone, di calare i ritmi in modo drastico. In tantissimi sono coloro che mai nella vita avrebbero fatto più di 15 giorni consecutivi di riposo dal lavoro, e ancora di più, avrebbero consumato un pasto a tavola coi propri “congiunti”, consecutivamente, per tanti giorni.
Al netto di coloro che davvero stanno vivendo la difficoltà di assicurarselo il pasto da consumare (che non sono poi così pochi), questa epidemia qualcosa ce lo potrebbe davvero insegnare. Il condizionale ovviamente è d’obbligo, in quanto il rischio grande è proprio quello di non imparare nulla. Non si tratta della solita retorica demagogica che pretende di trascinare nell’ottimismo ad ogni costo, ma di maturare la consapevolezza che probabilmente è “vitale”, per noi tutti, “comprendere” quanto è accaduto ed “apprendere” da ciò che è accaduto.
Alla luce di quanto fatto dal mondo del volontariato, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel messaggio preparato in occasione della Giornata mondiale della Croce Rossa ha scritto: “L’insegnamento del volontariato è una fonte irrinunciabile di umanità che ci aiuterà ad aprire una nuova stagione di sviluppo civile, economico, sociale”.
Ebbene, tutti sappiamo che bisogna necessariamente ripartire, ma per andare dove?
… e soprattutto: “Per andare come”?