Lo scorso 5 maggio l’esplosione dello stabilimento Adler Plastic ad Ottaviano, le cui cause sono ancora ignote, ha generato timori fra la popolazione per le conseguenze sull’inquinamento atmosferico.
L’Arpac (l’Agenzia regionale per l’ambiente) fa sapere che nel pomeriggio e nella sera del 6 maggio si è riscontrato un aumento della concentrazione di PM10, con medie orarie oltre il limite di legge. I valori, ieri, sono rientrati nella norma. Il PM 2.5, invece, non ha mostrato picchi significativi. Per quanto riguarda il benzene, le concentrazioni si sono mantenute superiori al limite annuo di 5 microgrammi per metro cubo con valori prossimi a 10. Per ossidi di azoto, monossido di carbonio e ozono, non sono stati riscontrati valori elevati.
Nel pomeriggio del 5 maggio c’era alta pressione, con vento debole da sud-ovest fino a quote di 700-800 metri e con vento sostenuto da ovest a quote superiori. Nelle successive ore notturne si è verificata una riduzione del vento al suolo, con scarso rimescolamento atmosferico e venti deboli da est. Di conseguenza, il plume dell’incendio dell’Adler si è espanso prima verso l’alto, fino a 900 metri, e poi verso est fino ai rilievi appenninici. Pertanto, la diffusione a bassa quota è stata molto limitata.
A breve saranno disponibili i dati sulle diossine.