L’Autrice è dirigente scolastico presso il Ministero dell’istruzione.
Pensare a una Nazione fondata sulla sostenibilità, sulla conoscenza dopo il Covid-19, richiede necessariamente la rilettura di politiche urbane regionali, perché non è facile abitarla per un essere umano abituato a certi ritmi e nello stesso tempo essere accolto con le sue esigenze. Pertanto risultano importanti l’educazione ad un vivere sostenibile, le strategie per un nuovo sviluppo di relazioni comunitarie, la progettualità intenzionale di cambiamento e di innovazione sociale, il sensemaking di Karl E. Weick, l’organizzazione dello spazio in cui si concentrano le relazioni, gli scambi interpersonali e l’intersoggettività, nel loro più denso valore simbolico. Nasce l’esigenza di pensare al cittadino responsabile, di ricreare uno spazio territoriale di discussione, di informazione, di bene collettivo e di sviluppo per il rinnovamento della città, innanzitutto di ricostruire approcci educativi rivolti alla promozione della socialità e della sostenibilità. In tale prospettiva è indispensabile attivare un cambiamento di sistema per modificare il corso delle cose, attraverso una trasformazione culturale profonda, con il coinvolgimento della società civile, sia nella ricerca di soluzioni possibili e sia nella loro attuazione. Si deve pensare in termini di innovazione, iniziative rivolte a investimenti tecnologici puliti, in grado di poter offrire nuovi servizi e far nascere nuovi posti di lavoro. E’ fondamentale creare una comunità di saperi che si avvicini alla vita quotidiana delle persone e che proponga esperienze innovative di condivisione culturali ed ecologiche.
Le istituzioni scolastiche possono agire come piattaforme di comunicazione per informare, educare e sensibilizzare le proprie comunità a trovare insieme soluzioni condivise e trasferibili sui territori di appartenenza. C’è anche la necessità di una “ricostruzione emotiva” che punti al ripristino dell’equilibrio psicologico delle persone, delle bambine e dei bambini, che in maniera diretta o indiretta stanno vivendo questo triste momento. In questo modo si può creare un impegno civico e porre l’attenzione necessaria per vivere tutte le dimensioni dello stare bene e per proteggere il proprio ambiente sociale, culturale ed economico. L’istituzione scolastica intesa come un modello sostenibile territoriale aiuta le persone ad ampliare le proprie conoscenze e a trasformare il proprio modo di pensare e di agire. Negli ultimi anni nel nostro Paese assistiamo ad interessanti esperienze, ma ciò che manca è un sistema che le raccolga, le organizzi e le aiuti a fare networking, offrendo una grossa opportunità di rilancio culturale e imprenditoriale. Il contratto sociale di Joseph Stiglitz invita a riscrivere le regole dell’economia, sollecita l’aumento degli investimenti statali nella tecnologia, nell’istruzione e nelle infrastrutture, oltre a creare una green economy per contrastare la minaccia dei cambiamenti climatici. La presenza di esperti e figure professionali a supporto delle istituzioni scolastiche serve per accrescere le competenze professionali di ciascuna scuola, trasformandole in un patrimonio comune attraverso una efficace comunicazione interna. Il compito dell’Amministrazione è quello di incoraggiare e facilitare le azioni di miglioramento, di innovazione e di apprendimento con le parti interessate. La finalità più ampia è data dall’implementazione delle attività e delle prassi innovative, coinvolgendo in modo attivo e condiviso gli agenti del cambiamento attraverso un monitoraggio dei processi, una raccolta dei dati sulle prestazioni dei singoli Istituti scolastici rapportati agli indicatori chiave, una condivisione delle procedure e dei requisiti presi a riferimento con le parti interessate pertinenti. Importante risultano la pianificazione e l’implementazione di azioni mirate di comunicazione e di condivisione delle azioni con il territorio. In questo momento di difficoltà bisogna pensare a una nuova cultura! Bisogna partire dalle Scuole dell’infanzia, garantire la nascita di reti di scuole per far fronte comune nel consolidare i saperi, le conoscenze e indirizzando il proprio percorso formativo alle competenze trasversali. C’è bisogno di una ridefinizione dei metodi, della misurazione, della valutazione e della rendicontazione dei processi messi in campo. Si deve puntare ad una modifica dei comportamenti, degli stili di vita, delle modalità di relazione tra alunne e alunni, tra alunne, alunni e docenti, tra scuola e territorio. Tuttavia, perché ciò accada, è richiesta una buona dose di flessibilità e di disponibilità alla messa in discussione dei propri paradigmi consolidati.
Ora più che mai l’educazione ambientale-sostenibile deve diventare uno dei temi centrali delle politiche del settore educativo, formativo e comunicativo.
Carmela Merone