Dov’eravamo rimasti con le elezioni regionali? Ah si, a chiederci quali sarebbero stati i candidati per il voto. Poi è arrivato il Coronavirus e le nostre priorità sono cambiate. Con i pensieri che ha in testa la gente sai cosa le importa delle elezioni.
Questo però in piena emergenza. Quando si inizia a parlare di riapertura, di aiuti alle famiglie, di sostegno alle imprese, di riassetto della sanità, di lavoro che manca e via dicendo, la stessa gente inizia a farsi delle domande. Chi potrebbe davvero aiutarci? E come? Qual è oggi l’offerta politica sul tavolo in termini di persone e di programmi?
Non lo sappiamo ancora. Però il Governo si è finalmente posto il problema. Avrebbe dovuto farlo già a marzo, non foss’altro che per impedire ai Governatori in carica di cavalcare spudoratamente l’emergenza a fini elettorali (vedi per esempio le mascherine con lo stemma della Regione), ma comunque lo ha fatto.
La durata della legislatura regionale, che in tempi normali dura 5 anni, è stata prorogata, con Decreto-Legge, di tre mesi. Le nuove elezioni, originariamente previste entro il 2 agosto, dovranno quindi tenersi entro i primi di novembre. Sono quattro le Regioni chiamate al voto e, in teoria, ognuna può scegliere il giorno che vuole. In pratica non è mai successo e la data è sempre stata concordata con il Governo centrale.
Non è indifferente quando si voterà. Già oggi la fisiologia della dialettica democratica è alterata. La campagna elettorale richiede tempo per la formazione delle liste, per confrontarsi con la gente, per elaborare insieme i programmi e così via. È del tutto evidente che se si votasse troppo presto non ci sarebbero le condizioni minime per fare tutto ciò. Addirittura non sappiamo ancora chi saranno i candidati Presidenti.
De Luca finge di dare per scontato che sarà lui e preme per votare il più presto possibile. Da un lato, per non dare tempo al PD e ai 5Stelle di trovare l’accordo su un altro candidato. Dall’altro, per capitalizzare il (presunto) consenso che nell’emergenza va naturalmente a chi governa.
Caldoro mantiene un low profile. Sa di non poter dare per scontato l’appoggio di tutto lo schieramento di centrodestra, sa bene che potrebbe nascere all’improvviso (!?) un’altra candidatura e che l’emergenza potrebbe aver sparigliato le carte. Quindi aspetta senza esporsi troppo.
E noialtri che dovremmo votare? Vorremmo sapere quali scelte si intende adottare per la salvaguardia della salute pubblica, del lavoro e della ripresa economica. E vorremmo il tempo per valutare e capire. Ci aspettano anni difficili e se sbagliamo ne pagheremo a caro prezzo le conseguenze.
Quindi, diteci subito, con chiarezza, chi siete e cosa volete fare e portateci al voto non prima di Ottobre.