Parlare di Luis Sepulveda è parlare del Cile e delle terre martoriate dell’America Latina. La sua biografia è indissolubilmente legata a quegli anni eroici, i ’70, quando sembrava che l’utopia socialista potesse cambiare le condizioni di vita delle fasce più deboli di quelle realtà. Sepulveda era stato nella guardia personale del presidente Salvador Allende ed in seguito al colpo di stato di Pinochet, nel 1973, era stato arrestato e aveva subito torture. Per sette mesi prigioniero in uno stanzino che non gli consente neanche di alzarsi in piedi. Amnesty International ne ottiene la liberazione, ma con la pena dell’esilio per otto anni. Percorre il Brasile, il Paraguay, l’Ecuador, collabora con l’Unesco per studiare le condizioni delle popolazioni indios. Arriva in Europa, che sarà poi la sua patria di elezione, stabilendosi in Spagna. Letteratura ed ecologia sono, quindi, i fuochi intorno a cui ruota l’ellissi della sua vita peregrina. Grande è stato il successo di pubblico per opere come Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, Il mondo alla fine del mondo, Storia di una gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare, Diario di un killer sentimentale, Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa, per ricordarne solo alcuni. Ma è anche la sua storia umana e personale che lascia una traccia importante nel nostro tempo frettoloso e privo di memoria. Gli anni del grande entusiasmo che vivemmo in Italia per l’esperienza politica cilena, il caldo abbraccio con cui vennero ospitati gli esuli da quel paese in Italia, gli Inti Illimani così presenti nel bagaglio musicale di quegli anni. Dimostrammo come popolo e come giovani del tempo grande solidarietà. Recente il documentario di Nanni Moretti – Santiago, Italia – in cui si racconta l’opera di salvataggio di oltre 250 cileni che l’ambasciata italiana compì a Santiago all’indomani del colpo di stato.
Del resto, lo stesso Sepulveda dichiarava di essere cittadino prima che scrittore. Cittadino di un mondo in grande affanno ecologico, di cui aveva ascoltato la sofferenza e di cui aveva parlato ancor prima che i media facessero diventare un fenomeno la piccola Greta Thunberg. Per 31 anni apolide, dato che il Cile gli aveva negato la cittadinanza perché espulso, era diventato cittadino della Terra tutta. Salviamo la natura dall’avidità umana, il titolo dell’ultima intervista rilasciata a Famiglia cristiana, ci fa capire come il passaggio dal socialismo alla battaglia verde affondi le sue radici nello stesso humus: quello del rispetto dell’altro, sia esso un individuo o un albero.
Autore di romanzi e racconti, alcuni anche trasposti al cinema, aveva preferito per i suoi messaggi il genere favolistico. Delle mie favole sono sempre protagonisti animali e questo, come accadeva in quelle antiche, ti permette di vedere da lontano il comportamento umano per comprenderlo meglio, aveva detto lo scrittore.
Eppure, la favola non è mai stata considerata un genere letterario alto, e di questo ne pagherà le conseguenze anche Rodari, considerato da una certa critica paludata un autore per bambini e del cui valore, a cento anni dalla nascita, ancora si discute. Essa ha invece forte carattere pedagogico e morale, rende gli animali protagonisti, portatori del quotidiano, esempio immediato in cui rispecchiarsi, con il vantaggio di un linguaggio semplice e piano ma non banale. La tensione verso la semplicità, anzi verso la leggerezza, come direbbe Calvino, è un merito in questi tempi complessi in cui è necessario arrivare a tutti, con chiarezza e amore. Di questo Sepulveda aveva fatto la sua missione.