Ariano Irpino è stata definita zona rossa. Eppure, resta quella terra di mezzo da sempre campo di battaglie di politiche malate e oggi, in questo stato di emergenza, a pagarne le spese, come sempre, sono i cittadini e i medici del Frangipane. Veri eroi, costretti a combattere una guerra senza armi e con un nemico che non perdona.
A nulla sono valse le grida di aiuto lanciate da tutto il personale dell’ospedale attraverso Tv, giornali, lettere e ogni mezzo comunicativo. Una questione irrisolta quella della sanità in Irpinia, soprattutto per quanto riguarda l’ospedale di Ariano, che si è trovato a dover fronteggiare un’emergenza, per dirlo alla buona, senza Santi in paradiso. È forse questo che dobbiamo fare difronte alle emergenze, affidarci solo alla fede? Per quello ci sono le chiese (oggi senza messe peraltro), dagli ospedali ci si aspetta risposte concrete.
Per questo non si capisce il motivo per il quale fino al primo di aprile, dopo circa un mese dall’inizio dell’emergenza, ancora non venivano effettuati i tamponi al personale e ai pazienti ricoverati all’interno dell’ospedale. Ancora, è per questo che dopo un mese ci troviamo a gestire la comparsa di un secondo focolaio, quello della residenza sanitaria del Centro Minerva? Forse si sarebbe potuto evitare se fossero state applicate le Circolari del Ministero della Salute, che dal 27 febbraio obbligava di sottoporre ai tamponi tutte le persone che si trovavano negli ospedali e che fossero venuti in contatto con pazienti positivi al Covid-19, includendo anche le RSA.
Sembra proprio che molti errori siano stati commessi e tanti altri potrebbero essere commessi. Per questo molti ritengono indispensabile la nomina di un commissario che ben conosca le problematiche e le necessità del Frangipane. Al riguardo le parole dei medici dell’ospedale sono chiare ed inequivocabili.
Ariano è stata chiusa da un mese ed etichettata zona rossa, per il resto cosa è stato fatto? Molto poco, come testimoniano le innumerevoli segnalazioni dei cittadini isolati nelle proprie abitazioni e lasciati senza assistenza. Il tutto in una situazione di vuoto di potere comunale, dove anche la guida dell’ospedale è stata affidata a chi, anche in una situazione di normalità, è già oberato di compiti, figuriamoci in uno stato di emergenza.
Ci sono state richieste da parte dei medici, infermieri e operatori socio-assistenziali ad oggi ancora ignorate. C’è bisogno che ci si rimbocchi le maniche. Bisogna mettersi al fianco di chi lotta ogni giorno per consentirgli di farlo nelle migliori condizioni, senza falsi alibi e senza alterare gli equilibri sanitari in Irpinia. Nel rispetto del ruolo che ha sempre avuto l’ospedale di Ariano.