L’Arpa Campania ha analizzato i dati, delle centraline delle cinque città capoluogo, relativi alle concentrazioni di polveri sottili (PM10 e PM2.5) e ossidi di azoto (monossido di azoto e biossido di azoto) a partire dal 25 gennaio fino al 25 marzo.
Da quando sono entrate in vigore le misure restrittive contro l’epidemia, sono stati notati importanti variazioni nelle concentrazioni, diverse per ciascun inquinante. Il monossido di azoto ha subito una riduzione delle concentrazioni di oltre il 50%, “difficilmente ascrivibile a cause diverse dalla riduzione delle emissioni da traffico veicolare”. Anche le concentrazioni di biossido di azoto sono diminuite significativamente. Ma in questo caso la riduzione del traffico inciderebbe meno, in quanto dipendono da una molteplicità di fonti emissive, oltre che dalle condizioni meteorologiche. La riduzione è particolarmente rilevante a Napoli, che vive la contemporanea contrazione del traffico navale e aereo, oltre che delle attività produttive.
Quanto alle polveri sottili, il meteo della prima metà di marzo e degli ultimi giorni ha favorito la loro dispersione. Nel restante periodo, invece, ci sono state concentrazioni elevate di PM10, persino con sforamenti dei limiti. Forse anche perché incide molto il riscaldamento civile, le cui emissioni potrebbero addirittura essere aumentate a seguito delle restrizioni.
Secondo il Commissario dell’Agenzia, Stefano Sorvino, “I dati di questi ultimi giorni sono confortanti almeno per quanto riguarda il livello di inquinamento che i cittadini campani devono affrontare. Su questi aspetti sono in corso ulteriori approfondimenti, anche tramite l’utilizzo della modellistica meteo e di qualità dell’aria”.