Apprendiamo dalla stampa locale che l’Unione degli industriali napoletani ha avviato una raccolta fondi per sostenere gli ospedali cittadini impegnati nella lotta contro il Coronavirus. L’associazione datoriale si è rivolta ad imprenditori, professionisti e cittadini affinché vengano economicamente in aiuto del Cotugno e del Loreto Mare ed ha aperto un conto corrente bancario dedicato.
Bene. Qualunque iniziativa che porti nuove risorse alla sanità è benvenuta e benedetta. Però, forse, gli industriali potrebbero fare anche altro.
Per esempio, potrebbero concordare e sostenere specifiche misure per utilizzare al massimo il lavoro agile, per mettere in ferie o in congedo i propri dipendenti, per chiudere i reparti aziendali non indispensabili, per definire i protocolli di sicurezza anti-contagio, per sanificare i luoghi di lavoro. Insomma, per applicare le misure previste dal DPCM dell’11 marzo.
Questo si che sarebbe un cambio di passo e un contributo importante. Mettere in sicurezza la filiera produttiva è la priorità in questo momento. Sedersi intorno a un tavolo, ovviamente virtuale, per concordare per quanto possibile i necessari interventi, avviare il confronto congiunto con i sindacati, aiutare le aziende che incontrino difficoltà e vigilare sull’effettiva applicazione delle misure. Questo vuol dire fare Associazione e aiutare il sistema in questo momento.
Ma siamo sicuri che la Confindustria napoletana lo farà. Forse lo sta già facendo.