Indietro tutta. Il MIUR – Ministero Istruzione Università Ricerca, istituito nel 2001, sta per essere abolito. Al suo posto torneranno due vecchie conoscenze: il Ministero dell’Istruzione e quello dell’Università e Ricerca. Lo ha annunciato poco fa il premier Conte durante la conferenza stampa di fine d’anno.
Queste le sue parole. “Mi sono convinto che la cosa migliore per potenziare la nostra azione sia separare il comparto scuola dal comparto ricerca e università. Sembrano appartenenti alla stessa filiera ma hanno logiche molto diverse, hanno esigenze e problematiche molto diverse. Quindi mi farò latore della creazione di un nuovo ministero dell’università e della ricerca”.
Forse sarà anche un giusto provvedimento, ma non ci risulta che abbia fatto seguito ad un dibattito, non dico nel Paese, che sarebbe chiedere troppo, ma almeno in Parlamento o fra le forze politiche. Con ogni probabilità, il nuovo Ministero serve a mantenere gli equilibri interni alla maggioranza. Infatti, l’istruzione resta ai 5Stelle e l’università va ad un tecnico d’area PD. Vediamo chi saranno i nuovi Ministri.
All’istruzione va Lucia Azzolina, deputata pentastellata, attualmente sottosegretaria al MIUR. Non la ricordiamo per chissà quali iniziative, se non per aver partecipato al recente concorso a dirigente scolastico. Avete capito bene: la sottosegretaria al Ministero ha fatto il concorso per diventare dirigente del suo stesso Ministero. E lo ha superato. Non brillantemente, con 0 in informatica e 5 su 12 in inglese, ma lo ha superato. Potenza del nuovo che avanza.
Altra musica per il futuro Ministro dell’università e ricerca, l’ingegnere Gaetano Manfredi. Docente di tecnica delle costruzioni, attuale Rettore dell’università Federico II di Napoli e presidente della CRUI, la Conferenza dei rettori delle università italiane. Aldilà dei titoli, una figura scientifica e universitaria di assoluto prestigio. Conte ha specificato che è stato proprio la CRUI a fare il suo nome, come dire che i professori universitari si sono scelti il loro ministro. Ma in realtà Manfredi è molto vicino al PD, e non solo perché il fratello è stato a lungo deputato di quel partito. Un tecnico d’area, quindi, o, meglio, un altro non eletto al Governo.
Staremo a vedere, ma sembra proprio un’operazione di palazzo. Equilibrata quanto si vuole, ma in salsa democristiana.