La qualità della vita a Milano, al primo posto nella classifica del Sole 24 Ore, è come la Luna: luminosa, certo, ma con un lato oscuro. Questa metà senza Sole è il mondo di chi nella città vive, ma senza guadagnare. Come i 110mila fuori sede che ci studiano. E che, giocoforza, sono costretti a starci dentro con le spese. A loro quanto costa vivere nella capitale morale d’Italia? Un sacco. E probabilmente nemmeno lo sanno.
Infatti, una ricerca condotta da due studenti del Master in Giornalismo, “Walter Tobagi”, ha dato delle cifre (985 euro al mese) che non sembrano del tutto aderenti alla realtà. Questo non è certo dovuto a sciatteria, gli stessi autori notano che le risposte degli intervistati non erano coerenti tra loro. Il problema è che gli studenti tendono a sottovalutare, talvolta di molto, il costo della propria avventura meneghina. Ma il problema rimane: quanto costa vivere a Milano da fuori sede?
Caro Affitto…
A cercare oggi (ad anno nuovo iniziato) una stanza in affitto, i prezzi partono da 400 euro al mese al quartiere l’Ortica e finiscono ad oltre mille euro per un posto comodo. Certo, l’anno è iniziato, ma i prezzi non si discostano molto da quelli di settembre: le stanze vuote sono un problema per tutti. La questione è che c’è una costante crescita di abitanti che si trasferiscono a Milano e le costruzioni non vanno di pari passo. Questo porta ad una sola conseguenza: i prezzi stanno salendo senza requie. Se la media che possiamo calcolare è 600 euro al mese per una camera in una casa semi periferica, i costi per gli appartamenti studenteschi non sono nemmeno dentro la scala. Essendo, inoltre, annuali gli affitti, i rincari si fanno sentire costantemente. E si espandono. Ormai stare in Bicocca, zona abbastanza periferica e con una università pubblica, costa attorno ai 600 euro. Sotto la Bocconi arriviamo tranquillamente al doppio.
Caro Tram
Un abbonamento annuale al trasporto pubblico, per studenti, costa 200 euro. Dividendolo su 10 mesi, che forse sarebbe più corretto ridurre a 9 tutto considerato, vuol dire 20/22 euro al mese. L’indagine dei due studenti ci dice che al mese si spendono solo 27 euro di media. Ed è difficile da credere, perché l’abbonamento non copre tutte le necessità di spostamento a Milano. Il car sharing costa circa 25 centesimi al minuto. Ne bastano 20 al mese per raggiungere il tetto della media. E non calcoliamo i taxi. Milano ha un costo chilometrico attorno ai due euro, basta un viaggio ogni due mesi per rompere la media. Il tutto non tenendo conto di un grande fattore limitante: le regole bizantine sul traffico milanese. Tra aree B e C si rischiano multe ad ogni viaggio. Ed anche se tutto va bene, l’auto è autorizzata e nessuna norma viene infranta, i parcheggi a Milano sono come i coccodrilli nelle fogne di New York. Una leggenda metropolitana. Sono pochi, distanti tra loro e spesso carissimi. Parliamo anche di decine di euro per una sola seduta. Lo studente forse è convinto di spendere solo i soldi dell’abbonamento, ma in pratica questa spesa raddoppia senza grossi problemi.
Buon Appetito
I costi del cibo a Milano sono allucinanti. Ma sono molto difficili da quantificare. Certo, una pizza ed una birra ordinati per asporto possono anche stare sotto i 10 euro. Solo non di molto. E molto spesso i ristoranti ovviano al problema imponendo minimi d’ordine che suggeriscono ordinazioni doppie. Comunque queste sono quisquilie e pinzillacchere se paragonate alle serate fuori. Ovviamente nessuno lo ammetterà mai nemmeno nei questionari anonimi, ma una serata allegra fra amici sui navigli parte da dieci euro a cocktail. A salire. Certo, uno può optare per luoghi di minor pregio e reputazione, posti pericolosi per il fegato degli avventori. Ma comunque meno di 15 euro a serata è difficile spendere. La media, prudenzialmente, possiamo fissarla a 25. Solo per la parte alcolica. Poi c’è il cibo. E nonostante si parli sempre di bravissimi figli di famiglia, volete che non succeda almeno 4 volte al mese? Ecco. Magari succede pure di più. Se ne ipotizziamo 8 siamo a 200 euro al mese. Solo di uscite serali. Come si sia riusciti a far rientrare nei 200 euro mensili (indicati dalla ricerca dei due studenti) anche la cena e la serata culturale (un falso storico più oltraggioso della pizza con l’ananas) ci è ignoto.
Tutto sommato
La capitale morale del paese è un salasso sia per chi ci vive sia per chi, a casa, finanzia l’operazione. Cara quanto? Non è irragionevole pensare che una media si possa stabilire sui 1.300 euro al mese. E non possiamo tacere dei costi ulteriori di trasporto soprattutto per chi, dall’estremità dello stivale ha bisogno dell’aereo per muoversi. Non che il treno sia gratis. Se vogliamo contare 3 trasferimenti in un anno, andata e ritorno, da Napoli, altri 400 euro vanno via. Il tutto da sommarsi al costo dei libri e delle tasse universitarie.
Insomma, la situazione non è delle migliori. E la motivazione, non può essere taciuto, va imputata anche alle scelte immobiliari di chi governa la città, poco attente alle necessità abitative di una grandissima massa di giovani. Piagati peraltro da un problema non secondario: non potersi far ascoltare. Il fuori sede vota a casa, non a Milano. Ma a Milano ci vive, subisce le decisioni di una città in cui, come gruppo, pesa per il 10% della popolazione. Eppure, non ha voce, non ha potere di indirizzo. L’unico diritto è tacere e pagare.