Pensando all’acqua alta a Venezia viene subito in mente il MOSE. Pensando alle continue esondazioni del fiume Sarno viene in mente il Grande Progetto Fiume Sarno. Il MOSE non è ancora ultimato. Il Grande Progetto Sarno non è mai iniziato. Lo vollero, circa otto anni fa, l’allora governatore regionale Caldoro e il suo assessore ai lavori pubblici, il professore Cosenza. Siamo andati a trovarlo per chiedere la sua opinione sugli ultimi straripamenti del fiume. Ecco cosa ci ha detto.
Il fiume Sarno, o meglio il cosiddetto bacino idrografico del Sarno che è estremamente più vasto del solo fiume, è certamente uno dei bacini più pericolosi d’Europa. E’ chiaro anche a Bruxelles. Una pioggia molto intensa sull’intero bacino può provocare un disastro. La sua pericolosità è tale che anche piogge non intense fanno esondare certamente il fiume. Ad esempio, a via Ripuaria, cioè vicino allo sbocco a mare, esonda spessissimo. Infatti, i cittadini sanno che quando piove non bisogna passare per quella strada.
L’Europa aveva riconosciuto un finanziamento molto importante, oltre 200 milioni di euro, e alcuni progetti erano stati già approvati persino in conferenza dei servizi. Poi, di fatto, non sono partiti per una serie di motivi. Adesso si ricorre ogni tanto a qualche piccolo intervento che però rappresenta un cerotto rispetto a una ferita grave. Non è certo questa la soluzione.
Vorrei ricordare che il Grande Progetto era in grandissima parte costituito da rimozioni di materiali dall’intero percorso. Poi prevedeva di riutilizzare come scolmatore la parte finale del canale Conte di Sarno, già esistente. Più una serie di aree ad esondazione controllata, senza lavorazioni impattanti, che rallentavano l’afflusso idrico. Certo, doveva anche essere accompagnato dalla chiusura dei tanti lavori sulla depurazione. Tanto per citarne uno: le fogne di Scafati, che adesso si stanno lentamente realizzando. La gara fu bandita durante la Giunta Caldoro ed è veramente clamoroso che un Comune grande come Scafati non abbia ancora alcuna fogna.
Al momento non vedo alcuna soluzione strutturale. Solamente riprendendo i lavori che erano stati programmati si può dare una moderata sicurezza al fiume Sarno, che sarebbe stato portato in sicurezza per una piena di 200 anni, mentre adesso è evidente che basta poca pioggia per fare danni molto grandi. Solo con una strategia più globale sull’intero bacino idrografico, che coinvolge varie province, si può dare, ripeto, una certa sicurezza.