La politica italiana, un po’ in tutta Italia e da sempre, è governata a livello locale da chi ha il controllo dei voti di una certa area regionale. E’ fisiologico. Quando però l’autorità centrale esiste solo formalmente, si sconfina nella patologia. In Campania questo vale per varie formazioni politiche e, tra le altre, certamente per Forza Italia. Vuoi perché il partito si è fortemente indebolito a livello nazionale, vuoi perché non si è ancora ripreso dalla sconfitta alle ultime regionali, sta di fatto che oggi non comanda più nessuno.
Problemi loro, si potrebbe pensare. Se non fosse che la prossima primavera si torna a votare per il nuovo presidente della Regione ed è interesse di tutti che l’offerta politica sia chiara e forte. A sinistra il candidato c’è già, a destra non se ne vede l’ombra. E da quelle parti, senza Forza Italia in Campania non si vince.
La settimana scorsa, in un’intervista al Mattino, Fulvio Martusciello (protagonista storico di Forza Italia, eletto sei volte a suon di preferenze, oggi eurodeputato) ha parlato di necessità di rinnovamento e ha chiesto ai dirigenti locali del partito (“scelti per nomina, non per passaggio elettorale”) di aprirsi alla società civile e candidare i sindaci. Anzi, a scanso di equivoci ha detto: “mi ha scelto il mio mondo non quello di Forza Italia”. Ossia, i voti sono miei. I nostri infiltrati ci dicono che Martusciello abbia già da tempo il “suo” candidato governatore e che ora abbia aperto le ostilità per sostenerlo. Sappiamo anche chi è, ma non ci sembra il momento di farne il nome. Basti dire che avrebbe ottime chances di successo e che probabilmente è gradito ad Arcore.
A ruota è intervenuto l’onorevole Paolo Russo, pronto a candidarsi se gli venisse chiesto. Armando e Luigi Cesaro come di consueto tacciono, ma fremono. Sono loro i veri bersagli di quanti invocano rinnovamento. Stefano Caldoro non pone la sua candidatura, però non ha mai fatto mistero di pensare che “sia giusto avere in campo chi è stato presidente della Regione”. Per ora si guarda intorno. Prima o poi, però, dovrà pur uscire allo scoperto, in molti stanno aspettando. Clemente Mastella da un lato insinua di volersi candidare, dall’altro dice di pensare a Renzi. Giampiero Zinzi, da non molto uscito da Forza Italia in aperta polemica con la dirigenza regionale, è passato nelle fila di Toti con quella che alcuni autorevoli ex colleghi di partito giudicano una buona mossa e sta raccogliendo adesioni. Anche dall’esterno giocherà la sua partita di appoggio. Severino Nappi, notoriamente, ha le sue personali aspirazioni e si sta organizzando da tempo. Per finire (ma certamente ci siamo dimenticati di tanti), Mara Carfagna viene tirata per la giacchetta da tutte le parti, ma non sembra volersi realmente candidare. Preferisce la scena nazionale.
I cittadini campani hanno bisogno di un’offerta politica dialettica di respiro. Se i tentativi in corso per giungere a un rinnovamento avessero successo, gli elettori, di qualunque orientamento siano, potrebbero forse fare scelte più consapevoli. Datevi una mossa.