La Fondazione Premio Napoli, con la collaborazione dell’associazione “Astrea Sentimenti di Giustizia” ed il patrocinio della Regione Campania, del Comune di Napoli e della Camera di Commercio di Napoli, realizza un’iniziativa di ampio respiro intitolata “Rassegna Scrittori per l’Europa”.
Tre gli incontri previsti – 16, 18 e 22 ottobre, ore 17:30 – nella storica sede di Palazzo Reale della fondazione partenopea. L’obiettivo è da premiare: cercare di dimostrare come, a dispetto delle vicende politiche attuali, la cultura europea abbia avuto e continui ad avere una propria identità ben definita.
Chiamati a discutere su questo tema sono scrittori contemporanei di diversi paesi europei, le cui opere siano state tradotte in italiano.
Il progetto, a cura di Ermanno Paccagnini, Chiara Ghidini e Alfredo Guardiano, vede come protagonista mercoledì 16 lo scrittore Uwe Timm. Nato ad Amburgo nel 1940, è autore di romanzi, sceneggiature e letteratura per bambini, tradotti in molte lingue. Ha ricevuto numerosi premi tra cui il Premio Napoli e il Premio Mondello nel 2006. L’incontro verterà sulla lettura di alcuni brani del suo libro “Un mondo migliore”, con interventi della Prof.ssa Valentina di Rosa dell’UNIOR e del Prof. Matteo Palumbo dell’Università Federico II.
Giovedì 18 si terrà l’incontro “Inchiostro Noir. Il lato oscuro dell’Europa”. Essendo fonti del meeting i generi letterari poliziesco/giallo/noir, non potevano che essere invitati a condividere le proprie idee, confrontandosi tra loro, due grandi nomi del Mezzogiorno letterario e magistratuale: Maurizio De Giovanni e Giancarlo De Cataldo.
Infine, martedì 22, dopo i saluti del Sindaco Luigi De Magistris, sarà ospitato lo scrittore francese Olivier Guez, collaboratore assiduo di Le Monde, Le Point e The New York Times. Partendo dal suo libro “La scomparsa di Josep Mengele”, ci si confronterà sulle sfide dei nazionalismi dell’Europa contemporanea insieme allo scrittore e giornalista Massimiliano Virgilio e alla docente Maria Laura Vanorio.
È difficile oggi guardare una comunità di paesi come l’Europa e non temere per la sua solidità. Solo pochi anni fa, anche solo l’idea dell’uscita di un Paese membro dalla UE sembrava assurda. E invece l’Inghilterra ci sta dando prova della realizzabilità di uno scenario che i fondatori pensavano apocalittico.
Ma è proprio questo che le tre giornate a Palazzo Reale si propongono di superare: l’idea che dietro le strette manovre politiche e finanziarie non ci sia più un’anima, un’armonizzazione culturale prima che giuridica. Invece la Storia è ancora lì a gridarci che siamo in realtà tutti sullo stesso piano, uguali, in un luogo di libertà e sicurezza che è quello dell’Europa unita.