Abbiamo incontrato il presidente dell’Autorità portuale, Pietro Spirito, per fare con lui un rapido aggiornamento sullo stato dell’arte. Dalla sicurezza alle ZES, ai lavori in corso.
Partiamo dal protocollo di sicurezza appena sottoscritto a Napoli.
E‘ l’esito di un lavoro fatto insieme alla prefettura, alle organizzazioni sindacali e alle forze datoriali per dare una cornice nuova a un tema di primaria importanza. La sicurezza sul lavoro è uno degli elementi di competitività di un porto e lavorare nel porto è un’attività rischiosa. Bisognava fare tutto ciò che è necessario per prevenire i rischi. Abbiamo quindi individuato l’intera catena di responsabilità, fissando i focus sui quali lavorare: formazione, prevenzione, controllo. Questi sono i tre pilastri, e lavorare assieme tra organizzazioni sindacali, imprese e Autorità portuale è l’elemento necessario all’interno di una comunità in cui esiste un rapporto di collaborazione fra pubblico e privato. Il senso del protocollo è quello di rinforzare le azioni di prevenzione, che sono quelle che servono per ridurre il grado di incidentalità.
Veniamo alla Zone Economiche Speciali.
Il credito di imposta nazionale è diventato operativo dal 25 di settembre. L’Agenzia delle entrate ha predisposto il modulo che gli imprenditori possono utilizzare per richiedere il credito in automatico per gli investimenti effettuati dalla data di costituzione della ZES campana, cioè dall’11 maggio 2018. Ne ha diritto qualunque imprenditore che apra una nuova attività manifatturiera nella Zona o che, già insediato, faccia investimenti di ampliamento della sua capacità produttiva. La ZES ha un perimetro chiaramente definito, sono i 5.100 ettari presenti nel suo piano strategico di sviluppo che la Regione ha presentato e che il Governo ha approvato. Le ZES attualmente operative sono due: Campania e Calabria. Mentre per una delle due ZES pugliesi c’è bisogno ancora della pubblicazione in Gazzetta del relativo decreto e per l’altra manca ancora l’approvazione del piano.
Cos’è il Progetto BluAct?
Si tratta di un progetto europeo, nell’ambito del FESR, per mettere a confronto diverse realtà portuali europee, tra le quali Salerno, al fine di comprendere quali sono i driver di sviluppo dell’economia del mare in prospettiva. E’ in atto una dinamica di cambiamento molto forte che va analizzata, va studiata e va anche descritta. Il progetto cerca innanzitutto di coinvolgere i territori per cercare di ragionare sulle modalità con le quali si può riconfigurare il futuro dell’economia del mare.
Però a Salerno non c’è sviluppo senza dragaggio. A che punto sono lavori?
La gara è stata aggiudicata e c’è stato il classico ricorso. Adesso si apre la finestra di lavorazione del dragaggio che è stata stabilita dal Ministero da metà novembre a metà marzo, prolungabile fino a metà aprile. Dobbiamo utilizzare questa finestra e la finestra dell’anno prossimo per completare le operazioni. Per il momento stiamo aspettando che passino i 35 giorni previsti prima della possibile consegna dei lavori.
Invece i lavori al porto di Napoli?
Per il molo Beverello, ho appena firmato l’ordinanza per l‘esecuzione di tutte le attività propedeutiche alla consegna del cantiere, che dovrebbe partire il 25 ottobre. Sono a buon punto i lavori dell’Immacolatella e tra poco cominceranno quelli di ristrutturazione della sede stradale e della rete fognaria, che sono due elementi importanti verso l’ampliamento della darsena di Levante.
Per concludere, quali sono i numeri dei nostri porti?
Le crociere crescono del 28% tra Napoli e Salerno, i container dell’8%, i passeggeri del 3,5%. Ma interessa davvero a qualcuno?