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Il Festivaletteratura di Mantova

by Piera De Prosperis
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Il Festivaletteratura, o Festival della Letteratura di Mantova, è una manifestazione culturale che si svolge ogni anno dal 1997 nella straordinaria cornice della città dei Gonzaga. Dura cinque giorni, da mercoledì 4 a domenica 8 settembre.

Durante la kermesse sarà possibile assistere a numerosi eventi: incontri con autori, spettacoli, concerti, reading. Ci saranno numerosi ospiti internazionali che discuteranno delle tematiche che hanno affrontato nelle loro storie. Ad esempio, Margaret Atwood, narratrice canadese di fama mondiale autrice de Il racconto dell’ancella, Nawal al-Sa’dawi, icona dell’impegno per i diritti delle donne nel mondo musulmano, la scozzese Ali Smith, più volte candidata al Nobel, Valeria Luiselli, astro nascente della letteratura latino-americana, parleranno di femminismo.

Ci sarà il ritorno del premio Nobel nigeriano Wole Soyinka, di Ian McEwan con Abraham B. Yehoshua, due delle stelle che hanno tenuto a battesimo Festivaletteratura nel 1997, ed Elif Shafak, tra le voci più conosciute della letteratura turca a livello internazionale, per ricordarne solo alcuni. Tra gli autori italiani ci saranno Erri De luca, Gianrico Carofiglio, Donatella di Pietrantonio, Dacia Maraini ed altri.

Tirana, capitale dell’Albania, è la città in libri scelta per il 2019. In essa si riflette la storia contraddittoria del vecchio continente: rivendicazione identitaria e forte migrazione dei suoi giovani, totalitarismo e speranza di democrazia, ateismo di stato e forte presenza di Islam e Cristianesimo. Tirana come simbolo delle lacerazioni che sconvolgono l’Europa.

Il programma è ricco, ben trecento eventi in cui gli stimoli sono tanti, le suggestioni notevoli, i nomi prestigiosi.

Ma qual è il filo conduttore che lega tante importanti presenze e tanti spunti di riflessione? L’idea base è che Festivaletteratura sceglie la grande narrativa come bussola per orientarsi nel mondo. La letteratura consente di vivere esperienze simulate, il lettore condivide situazioni attraverso le quali ampliare la propria esperienza, acquisire strumenti per affrontare la vita reale. E’ mediante la letteratura che riusciamo a confrontarci con il presente, riflettendo su di esso, spesso mettendo ordine nelle nostre personali riflessioni. Il fine delle opere letterarie è quello di aiutarci a vivere.

Questo spiega perché a Mantova si parlerà di temi fondanti il nostro presente. Di piante, clima e natura con il guru dell’ecologismo letterario Jonathan Safran Foer. Di populismi e attualità con il premio Nobel Soyinga. Fino alla chiusura con Ian Mac Ewan che parlerà del bisogno primario del romanzo.

Abbiamo bisogno più che mai oggi, in una società che non metabolizza i dati ma ne cerca continuamente di nuovi, della mediazione della letteratura che crei simulazioni di fatti, situazioni, sentimenti su cui riflettere. Elio Vittorini parlava di una letteratura capace non di curare l’uomo dalle sofferenze, ma addirittura di prevenire queste sofferenze, perché non c’è crimine che la letteratura non abbia già da tempo insegnato a condannare o ad avere in orrore.

La letteratura come antidoto alla povertà culturale e sentimentale, strumento per sopravvivere all’imbarbarimento. In questo senso l’operazione che da decenni si svolge a Mantova è più che mai meritoria. In un breve periodo magico bambini, adulti, volontari, scrittori si incontrano, si parlano, si confrontano, accantonando la virtualità e riscoprendo il gusto del dialogo e del contatto fisico attraverso l’oggetto libro.

Ovviamente la scuola in questo virtuoso rapporto ha un compito fondamentale. Dice Pennac: Se consideriamo la letteratura, come in medicina legale, un cadavere da sezionare, non arriviamo a nessun risultato. Se invece un professore, pur facendo questa necessaria analisi letteraria, dedica soltanto due ore alla settimana alla lettura ad alta voce di libri che gli sono piaciuti o alla descrizione di romanzi che lo hanno fatto volare fino alla luna, vedrà che il sistema darà i suoi frutti! Ma durante queste due ore non dovrà chiedere nulla in cambio ai suoi alunni.

Ma questa è un’altra storia. Per ora godiamoci il Festivaletteratura.