La senatrice napoletana dei 5Stelle, Paola Nugnes, è stata estromessa dai lavori della Commissione parlamentare che si sta occupando del decreto “sblocca cantieri”. Lo denuncia lei stessa in un lungo post su Facebook nel quale parla di democrazia parlamentare a rischio, di sostituzione d’imperio, di decisione politica, di prevenzione che tende ad isolarmi e ad emarginarmi.
La scorsa settimana, l’esponente pentastellata vicina al presidente Fico, notoriamente assai critica verso alcune scelte del suo Movimento che l’ha sottoposta per questo anche ad indagine da parte dei probi viri, pare avesse chiesto di essere sostituita per una seduta, precisando formalmente che avrebbe regolarmente partecipato a quelle successive. Invece, sarebbe stata sostituita per tutta la durata dell’esame del provvedimento.
Sembrerebbe essersi trattato di una scelta politica, motivata dagli emendamenti al decreto, fortemente voluto dal M5S, da lei presentati. Il provvedimento in questione non ha suscitato il mio favore in quella che potremo dire la visione generale e ho quindi provato a partecipare con il contributo di alcuni emendamenti. Scrive la Nugnes, che prosegue: devo accettare il fatto che solo per essermi permessa di esprimere dei pareri diversi, in passato, ora nei miei confronti ci sia un grave presupposto di prevenzione che tende ad isolarmi e ad emarginarmi, limitando per quanto è possibile, e forzando anche le situazioni ai limiti della rottura, la mia attività parlamentare … il depauperamento del Parlamento (giova ai) partiti con i loro apparati verticistici e privatistici. Insomma, ce l’ha con Casaleggio e associati.
Che all’interno di un partito che raccoglie il 30% dei voti possano manifestarsi sensibilità e posizioni diverse, arrivando anche allo scontro, ci sta. Anzi, è sana dialettica politica. Meno condivisibile che le contrapposizioni non trovino sintesi all’interno del partito e si manifestino nelle sedi istituzionali, soprattutto quando si discute di temi complessi e importanti, come quello della riforma del codice degli appalti, affrontati piuttosto superficialmente.
D’altronde, non è stato proprio Casaleggio a teorizzare l’inutilità prossima ventura del Parlamento che sarà sostituito da forme di democrazia diretta? Se il voto dei parlamentari vene deciso dal blog (vedi per tutti il caso Diciotti), viene di conseguenza che il ruolo di deputati e senatori sia compresso e depotenziato.
Forse per i dissenzienti è venuto il momento di fare scelte vere e forti.