Nuovi eventi e non piacevoli mettono in subbuglio il piccolo mondo di Villa Scuotto a Portici, già sede della Comunità Salesiana di Portici.
Il parroco, don Riccardo Coppola, deve affrontare una nuova questione: il Direttore dell’Opera Salesiana di Bova Marina (RC), don Vincenzo Longo, che viene da Portici, proprio dall’ex oratorio di Villa Scuotto, ha richiesto per la sua Comunità l’impianto stereo utilizzato finora nella cittadina vesuviana, ma di proprietà dei Salesiani. Questo significa che tutte le attività previste a Portici e connesse con il Natale ormai imminente, (teatro, coro, ecc.) saranno in affanno o addirittura sospese.
Il Natale è il momento dell’anno di maggiore aggregazione: le attività di gruppo, all’interno delle Chiese, acquistano particolare valenza perché è la festa in cui si celebra la sacralità della famiglia. Tutti si sentono parte di una comunità che condivide gioie e dolori, aiutandosi nelle necessità. Sappiamo di quanto la città di Portici sia stata privata con la chiusura dell’Oratorio Salesiano, ma, evidentemente, non basta ancora.
Il Pio Monte della Misericordia, rientrato, come sappiamo, in possesso dell’intero immobile e degli spazi antistanti, si dichiara disponibile ad accettare la richiesta di don Longo perché, in effetti, giuridicamente parlando, la proprietà del materiale in oggetto è dell’Opera Salesiana e il Pio Monte intende chiudere al più presto tutte le pendenze.
La Chiesa del Sacri Cuori di Gesù e Maria sembra ormai un fortino sotto assedio, spogliata di uomini e mezzi, eppure sappiamo quanto contino in quest’area le attività che il parroco, forte delle sue precedenti esperienze, continua, con abnegazione, a svolgere.
Portici dovrebbe stringersi intorno a don Riccardo e supportarlo in situazioni difficili che potrebbero prevedere anche conflitti. Nessuno vuole una guerra, anzi, la collaborazione, quando si tratta di lavorare con giovani, in un territorio problematico, dovrebbe essere fondamentale. Sembra che invece le scelte della Chiesa, negli ultimi tempi, vadano nella direzione opposta.
Il senso di accerchiamento che don Riccardo vive non è, purtroppo, solo emotivo. Davanti alla chiesa, all’ingresso principale, il Pio Monte ha istituito dei posti macchina, probabilmente fittati a privati, per battere cassa.
Che fare? Chiedere al cardinale Sepe una mediazione, sperare in un dialogo tra i due sacerdoti, sperare in una dilazione nella consegna del materiale almeno fin dopo il Natale, invitare Don Angelo Santorsola, ispettore dei Salesiani del Sud Italia, a non accanirsi su una comunità che già ha pagato un prezzo altissimo in termini di accoglienza dei bambini e degli adolescenti del territorio?
Speriamo nel buon senso e nella disponibilità delle parti in causa e soprattutto di don Riccardo che ha tra le mani la patata bollente e deve cercare di non scottarsi.
di Piera De Prosperis