Vito Grassi è da pochi mesi alla guida dei nostri industriali, presidente dell’Unione di Napoli e di Confindustria Campania. Lo è diventato con un programma che parla di manifattura, attrazione di investimenti, innovazione e riqualificazione delle aree urbane e che individua nelle infrastrutture carenti, nelle amministrazioni inefficienti, nell’eccessiva pressione fiscale e nell’alto costo dell’energia i principali ostacoli allo sviluppo produttivo del territorio. La strategia del nuovo presidente può avere un peso importante sui futuri assetti economici e politici della regione o limitare il ruolo dell’associazione alla mera attività sindacale e di lobby. La scelta interessa tutti noi e lo abbiamo incontrato per capirne di più.
Qual è lo stato di salute dell’industria napoletana?
Il dato confortante, rispetto ai livelli precrisi, è quello sulle esportazioni che sono cresciute del 7%. Il PIL invece deve ancora migliorare. L’industria è quindi vitale e presenta ottime eccellenze nei settori dell’abbigliamento, agroalimentare, aeronautico, automotive. Il manifatturiero campano che è riuscito a superare la crisi, oggi si è consolidato, fortificato, sta innovando ed esporta.
Parliamo di Governo e di manovra economica.
Io ho un approccio laico, sta a chi ha ottenuto i voti governare. Noi ci preoccupiamo che i relativi provvedimenti vadano nella direzione della centralità dell’impresa come motore dell’innovazione e della produttività. Quanto al DEF, Boccia ha rilasciato una dichiarazione molto equilibrata, con la quale concordo, e cioè che il documento si regge su una previsione di crescita e il Governo ha assicurato che se la previsione, sicuramente ambiziosa, non dovesse realizzarsi è pronto a rivedere la programmazione. Tutto sommato, siamo su un binario di ragionevolezza.
Come giudichi l’apparente euroscetticismo della maggioranza?
Sono convinto che sia molto tattico. Così come ieri hanno sparato a zero su chiunque avesse governato prima, ottenendo un grande successo elettorale, così oggi criticano qualunque posizione della UE per raggiungere un’analoga affermazione alle prossime europee.
Veniamo alle amministrazioni locali. La Regione.
Le iniziative messe in campo sono parecchie, dal sostegno all’occupazione giovanile ai programmi di formazione, dal ruolo attivo avuto sulle ZES alla previsione di agevolazioni anche serie. Certo, aspettiamo di vedere i contratti di sviluppo che sono in corso, i contratti di programma presentati e i risultati sulla spesa comunitaria che devono senz’altro migliorare.
Comune di Napoli.
Il Comune di Napoli è centrale per l’economia campana, non c’è neanche bisogno di ribadirlo, e io non mi associo a chi vuole individuare nelle cariche apicali capri espiatori. Vale per la presidenza regionale così come per il Sindaco di Napoli. Ognuno di noi fa molto poco per questa città e potrebbe, in coscienza, fare molto, molto di più. Noi abbiamo avviato col Comune un’interlocuzione per aprire un tavolo su argomenti condivisi, sui quali convergiamo, e in particolare la collaborazione dell’assessore ai lavori pubblici e ai trasporti, Mario Calabrese, può essere determinante.
E’ la volta delle infrastrutture. Il porto.
Il porto è l’attività più importante della città, sia in termini di numero di addetti che di fatturato. Il collegamento fra porto e interporto è un tema antico e il giorno che andrà a regime, e confido molto nella ZES, genererà sicuramente ulteriore sviluppo. Penso sia sotto gli occhi di tutti che da quando si è superato il commissariamento dell’Autorità portuale c’è tutto un altro piglio operativo, sicuramente grazie al presidente Spirito, con il quale però molti collaborano utilmente.
Aeroporti. L’AD di Gesac, che gestisce Capodichino, Brunini, è anche vicepresidente dell’Unione.
Dopo un lungo confronto con la Regione si sta lavorando alla nascita del sistema aeroportuale regionale cercando di andare a regime. L’aeroporto di Napoli è sicuramente un’eccellenza in termini di infrastruttura, numero di passeggeri, città collegate, una realtà che cresce e che quando avrà anche il collegamento della metropolitana attirerà ancora più viaggiatori. Brunini collabora con noi facendo un eccellente lavoro, persona serissima e preparata, sulla quale facciamo pieno affidamento.
Bonifica di Bagnoli.
E’ un punto centrale e obbligatorio per il rilancio dell’area. La caratterizzazione è completata, ora devono partire le gare della bonifica. Proprio stamattina (ieri, ndr) abbiamo fatto gli auguri di buon lavoro al nuovo Commissario, affinché possa dare impulso per partire con la bonifica nel minor tempo possibile.
Zona orientale.
Ci sono questioni irrisolte, mi riferisco allo spostamento della Q8, e parallelamente ci sono eccellenze. Penso che dieci anni fa nessuno avrebbe scommesso un euro sul risultato dell’intervento della Federico II a San Giovanni, dove le academy sono diventate un’eccellenza assoluta, sia in termini di merito che di rigenerazione urbana, che sta accompagnando la crescita di tutto il territorio circostante.
Proprio ieri abbiamo dato la notizia dell’imminente presentazione, a cura di Metropolitana di Napoli e Gesac, del progetto Metropolitana Museo Obbligatorio.
Ho letto. Tra le tante iniziative che noi auspichiamo c’è quella di consolidare e strutturare il successo turistico che è sotto gli occhi di tutti in questi ultimi anni e lo si può fare solo mettendo al tavolo tutti gli attori della filiera su iniziative del genere.
Quanto pesa sulla produttività delle aziende campane il problema dei rifiuti?
E’ uno di quei temi sui quali la Regione non riesce ad essere veloce così come aveva ipotizzato inizialmente e noi oggi viviamo in un equilibrio sempre a rischio. Si sa bene quali sono le soluzioni, si sa bene cosa si deve fare. Si deve solo fare.
Il problema del credito e la funzione del credito cooperativo.
Il tema è uno dei nostri cavalli di battaglia. L’accesso al credito qui è più difficile e costa più che altrove, su questo non c’è dubbio. Sono in cantiere iniziative che dovrebbero favorire le imprese locali attraverso il supporto regionale, attendiamo i bandi a breve. In mancanza del supporto pubblico, le condizioni che si scontano oggi non sono certamente favorevoli alla competitività delle nostre imprese. Il sistema del credito cooperativo svolge un ruolo di prossimità, utilissimo, che consente un’alternativa alle grandi banche, più ingessate.
Università. Hai candidato il rettore Manfredi a sindaco di Napoli?
Premesso che ho grande stima per Gaetano Manfredi, non tocca a me candidarlo. Però, quando mi è stato chiesto quali sono gli esperimenti meglio riusciti nella realtà napoletana che possono rappresentare un attrattore per i giovani e contribuire a farli restare sul territorio, ho risposto che una delle migliori esperienze degli ultimi anni sono le academy napoletane. Sono riconosciute da multinazionali americane, Apple in testa, come il migliore centro mondiale di produzione di competenze digitali. Quindi Napoli in testa al mondo. Si tratta di competenze che le aziende lungimiranti intercettano adesso sul territorio.
Ma l’università a Napoli non è solo Federico II.
Certamente, è anche Parthenope, Pegaso, Suor Orsola Benincasa, l’Orientale. Oggi c’è molta sinergia e collaborazione tra le università. Stiamo assistendo alla nascita di parecchi corsi interfacoltà, richiesti dal mercato, ai quali abbiamo anche partecipato. Oggi viviamo una dicotomia assurda, una grande disoccupazione giovanile, che è il vero problema da affrontare subito, e la difficoltà delle imprese a trovare le competenze necessarie.
Gli industriali hanno coscienza di sé stessi come classe dirigente?
Napoli ha un ottimo tessuto industriale che sconta ancora un gap di comunicazione che però stiamo lentamente superando. Questo dà una percezione diversa dalla realtà. Per noi, essere classe dirigente significa avere senso di responsabilità verso il territorio e quindi verso le realtà sociali. Proprio lunedì prossimo apriremo un dibattito nazionale sul tema delle autonomie regionali, di cui si parla poco ma che riguarda la vita di tutti, che noi vogliamo approfondire e far emergere nel merito. Ma l’unione deve innanzitutto guadagnarsi il ruolo, non ha una posizione precostituita per cui le istituzioni devono ascoltarla. Deve guadagnarsi un posto al tavolo della programmazione che le istituzioni devono aprire con le migliori realtà produttive per parlare di sviluppo del territorio.
di Flavio Cioffi