Si è tenuto ieri al Polo dello Shipping a Napoli, nell’ambito della Naples Shipping Week 2018 a cura dell’Autorità portuale, la tavola rotonda dal titolo: Il Dragaggio nei Porti. Tecnologie e procedure, organizzata da CoNISMa e ATENA.
Un’occasione di confronto che ci è parsa subito importante sia alla luce dell’autorevolezza dei relatori che della traccia data al dibattito, soprattutto in una realtà come la nostra che tra la bonifica di Bagnoli e i lavori di adeguamento dei porti di Napoli e Salerno ha bisogno come il pane che i dragaggi siano eseguiti presto e bene.
“Recenti mutamenti legislativi stanno ridando l’avvio a molti progetti in ambito portuale. I professionisti ed i tecnici degli operatori e degli Enti si trovano tuttavia spesso impreparati a gestire tali lavori a causa dei veloci mutamenti tecnologici e normativi”.
Nel suo discorso introduttivo e di saluto, Mario Calabrese, nella doppia veste di assessore comunale e ordinario alla Federico II, nel sottolineare l’assoluta importanza del tema, ha lamentato come, da ormai vent’anni, non si riesca ancora a fare sintesi tra le esigenze della comunità che lavora e la normativa tecnica di riferimento, offrendo così un alibi alla politica per non occuparsi risolutivamente della problematica.
Un incipit secco, pragmatico e lucido che ci ha fatto ben sperare sul prosieguo concretamente propositivo del confronto. Invece le proposte non sono venute.
Francesco Messineo, segretario generale dell’AdSP del Mare Tirreno Centrale, Vincenzo Saggiomo della Stazione Zoologica Anton Dohrn, Antonella Ausili, dell’ISPRA, e Stefano Sorvino, commissario dell’ARPA Campania, intervenuti nell’ordine, pur con accenti differenti e nella diversità dei rispettivi ruoli istituzionali, hanno sostanzialmente condiviso l’individuazione dei punti di criticità e cioè normativa confusa di ardua applicazione e burocrazia.
Questa analisi ci ha stupito. ISPRA significa Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ed ha funzioni di consulenza strategica e di supporto al Ministero dell’ambiente e per la tutela del territorio e del mare. In buona sostanza, la normativa tecnica la scrive proprio l’ISPRA. Come fa la dottoressa Ausili, non ce ne voglia, a non dirci come va risolta la questione?
E poi, burocrazia? Certo, è un problema per tutti e in tutti i campi, forse un’emergenza del Paese, ma che a dirlo siano i burocrati stessi (absit iniuria verbis) suona irridente.
Proprio sui dragaggi a Napoli, l’Autorità portuale negli ultimi mesi si è più volte lamentata di atteggiamenti ritenuti inutilmente interdittivi da parte di Enti che si sarebbero pubblicamente dichiarati inadeguati ad effettuare i controlli e Messineo ha, sia pur garbatamente, ribadito il concetto.
La canzone andava all’ARPAC, il cui commissario Sorvino, altrettanto garbatamente, ha ricordato a tutti, casomai lo avessero dimenticato, che l’Agenzia opera con risorse economiche e professionali del tutto insufficienti in un contesto di continua emergenza ambientale e comunque assolve ai suoi compiti anche per quanto riguarda i dragaggi, pur dovendo fare i conti con una normativa complessa.
In tutto questo l’ISPRA, che svolge un ruolo fondamentale nel Sistema nazionale di protezione dell’ambiente e quindi rispetto alle agenzie regionali, taceva. Un convitato di pietra, pur presente.
Aveva ragione Calabrese poco prima. Alibi per la politica.
di Lucia Severino