Particolare e benvenuta l’iniziativa dell’Autorità portuale che ha organizzato, nell’ambito della Naples Shipping Week in corso, la presentazione, tenutasi ieri, del libro di Alessandro Barbano: “Troppi diritti. L’Italia tradita dalla libertà”, edito da Mondadori.
Attenzione, il titolo può essere fuorviante. Non è veramente un eccesso di diritti o di libertà ad essere al centro dell’analisi del giornalista (già direttore del Mattino e, recentemente, improvvisamente sostituito), saggista e docente, quanto la mancanza della necessaria mediazione.
“Utopia della disintermediazione” – scrive l’autore – “l’idea di poter fare a meno della sovranità politica, del suo esercizio di composizione e mediazione tra interessi diversi”.
E’ una vexata quaestio che è stata dibattuta in relazione ai contesti storici e sociali più disparati, ma che alla luce dei mutamenti in corso nel quadro politico italiano e internazionale assume una nuova rilevanza.
Crisi della delega, dunque, e non solo in campo politico. In quello dell’informazione i nuovi strumenti avrebbero scalzato la mediazione della carta stampata. E ancora: “Il sapere scollato dalla scala gerarchica è soggettivo … coincide con un consenso che somiglia a un consumo”.
Egualitarismo ideologico, dirittismo, tradimento della vera libertà vanno superati con “…un progetto che parli nuovamente di doveri sociali e promozione dei talenti”. Accompagnato da un racconto nuovo del Paese, senza retorica, che elimini l’attuale analfabetismo nel discorso pubblico.
Occorrerebbe, in sostanza, un nuovo pensiero moderato che rispiegasse l’utilità e la necessità della democrazia.
Un libro che può prestare il fianco a critiche, per l’analisi sviluppata e per le soluzioni proposte, ma certamente controcorrente. Non fosse che per questo, da leggere e approfondire.