Tra i dieci libri più venduti dell’estate in media sette sono gialli, dall’intramontabile Camilleri a De Giovanni a Malvaldi, per non parlare dei noir francesi o baltici. Ad essi si aggiungono in TV sceneggiati con il famoso commissario Maigret, in una serie inglese interpretata da uno straordinario Rowan Atkinson, alias Mister Bean. Sempre più diffuse le cene con delitto, di cui promotore a Napoli è, ormai da anni, l’associazione Il pozzo e il pendolo. In Italia, specie in estate, imperversa il gusto della letteratura di intrighi e delitti.
Cominciamo col dire che il fruitore di gialli difficilmente è un lettore esclusivamente di gialli. Chi si dedica a questo genere è già un esperto e, se vi si dedica, lo fa per vari motivi.
Innanzitutto, i gialli sono rassicuranti: in una realtà caotica, dove spesso trovare il vero colpevole richiede anni ed anni di inchieste, di processi, di appelli e di ricorsi in Cassazione, il romanzo ti rassicura che, alla fine, il colpevole sarà affidato alla giustizia. Di qualunque latitudine sia lo scrittore la pagina finale ci darà la certezza che non ci sarà nessun killer, squartatore o psicopatico che si aggirerà vicino al nostro ombrellone, perché il nostro investigatore lo avrà arrestato. Di notte dobbiamo dormire sonni tranquilli, per quanto possa averci tenuto all’erta l’intreccio del noir.
Massimo Locatelli, professore di Filmologia all’Università Cattolica di Milano e autore di “Psicologia di un’emozione. Thriller e noir nell’età dell’ansia”, ci spiega perché estate e delitto vanno così d’accordo.
Il thriller, in periodi storici fortemente instabili, diventa un mezzo di elaborazione privata di un’ansia collettiva, cioè «È uno strumento che di volta in volta si può adattare a paure diverse. Se alcuni diventano bestseller, è perché riescono a cogliere un timore universale. E collettivo diventa anche il modo di elaborazione della paura stessa». Leggendo storie che si richiamano, anche inconsciamente, a vicende reali o ad angosce personali, sublimiamo le nostre paure. Il giallo ha, quindi, una funzione catartica, terapeutica e liberatoria. Riusciamo a guardare da lontano, attraverso la paura dei personaggi, le nostre paure ed a prenderne le distanze. In un limbo fisico, qual è la vacanza, possiamo dedicarci con più cura alla nostra interiorità, in un intreccio di passioni che non ci travolge ma ci fa pensare. L’inquietudine viene circoscritta, controllata e superata, anche se tutto ciò avviene per lo più in maniera inconsapevole.
Ovviamente c’è anche chi legge gialli per evadere dalla quotidianità. Una bella storia in cui immedesimarsi, con cui fuggire dalla realtà, non si nega a nessuno, senza contare il divertimento di dare la caccia al colpevole insieme con il detective di turno, cosa ancora più divertente se il libro viene condiviso tra più lettori che si confrontano. Ci sentiamo tutti Montalbano, il solido, concreto commissario siciliano che fa il paio con l’ispettore Sheridan della nostra infanzia in quanto a certezze caratteriali e sicurezze di vita. Insieme con il nostro eroe percorriamo le assolate strade di Vigata e Montelusa per risolvere casi in cui, poi, solo l’intuito del Salvo nazionale arriva rapidamente. A Camilleri è bastato cambiare qualche elemento della narrazione, dare spazio a questa o quella caratteristica del personaggio principale perché il racconto potesse essere articolato in più libri e diventare una saga non solo libresca ma anche televisiva. Il successo è, infatti, testimoniato dalle infinite repliche che ottengono sistematicamente un’altissima audience. Quando Montalbano risolve un delitto, che soddisfazione il trionfo degli ideali di verità e giustizia in un mondo svuotato dei principi fondamentali del vivere civile!
I brividi d’estate, quindi, rinfrescano la mente e rinfrancano lo spirito, ci ricarichiamo per il nuovo anno sperando che anche nella vita, non di carta, verità e giustizia trionfino, senza per forza dover ricorrere ad un Commissario.
Ma, allora, se un giorno le vendite dei gialli crolleranno, vorrà dire che il lettore non avrà più bisogno di nessun paladino, che le cose funzioneranno da sole … le case editrici sono avvisate.
di Piera De Prosperis