Foto by DIOCESI DI ROMA
Evasive se non ipocrite le discussioni del tipo Papa di sinistra o solo Papa evangelico? Certo era un Papa detestato dalla destra e amato a sinistra. E tuttavia. Occorre riflettere bene prima di rispondere. Sulla natura della Chiesa. Sul Vangelo. Su questo Papa e sul suo messaggio. Innanzitutto occorre capire come si è formato Bergoglio. E che cosa predicava. E che incidenza ha avuto sul mondo la sua parola. Come è stata vissuta.
Inutile nascondersi dietro il dogma dell’ineffabile mistero e della fede e astrarre dal tempo storico. Anche perché da sempre la Chiesa coniugò il mistero con la storia. Irreligioso è perciò chi si barrica nel mistero teologale magari per difendere Francesco dagli scomposti attacchi della destra, che lo ha detestato. Oppure per criticarne il secolarismo. Ma questo argomento è fallace perché esso resta il cavallo di battaglia reazionario di chi avrebbe preteso da Francesco che restasse mero custode o al più testimone inerme del Vangelo. E invece no. Poiché questo Papa profetico scelse di intersecare il tempo storico e intervenire attivamente in esso. Scegliendo per la Chiesa non una posizione Giudaico Cristiana occidentale, oppure mediana. Come i suoi predecessori. Bensì una posizione attiva e dinamica. Interventista con un segno progressista ben preciso.
Per intenderlo vale non solo l’azione concreta di Francesco sulla gerarchia, lo stile di vita, la riforma interna e l’accoglienza verso costumi difformi dalla dottrina. La denuncia del nesso capitalismo predazione della natura. E non solo le ben precise posizioni sulla politica internazionale: Israele e Ucraina, ovvero pace, diritti, coesistenza pur nella condanna all’invasione. Ma è necessario risalire alla teologia politica di Bergoglio. Una teologia radicata in quel ramo specifico della teologia della liberazione del peruviano Gutierrez che fa capo a Scannone, teologo del popolo argentino, maestro e amico personale del Papa. Sorprende l’ignoranza diffusa di queste rimozioni nel raccontare il Papa. La rimozione del Gutierrez frate predicatore accolto subito con ogni onore dal Francesco appena eletto e celebrato dalla Civiltà cattolica. Laddove egli con il brasiliano Boff era stato rampognato con forza da Wojtyla e Ratzinger! Quanto a Scannone che dedicò due volumi alla teologia della liberazione, era stato non solo insegnante due volte di Bergoglio ma suo amico personale. Senza entrare in sottigliezze teologico politiche, per capire certi influssi basterà isolare un punto chiave. Agostiniano. Ovvero il ruolo della Gerusalemme terrena nel cammino verso quella celeste. La storia insomma dentro la quale la Chiesa assume un ruolo dinamico. Non già mero catechon (freno) o salvaguardia dal male a trattenerlo, in attesa dell’avvento. Ma guida attiva all’incontro con l’eskaton allargando e piantando l’Ecclesia nel globo. Ecclesia di credenti e non credenti. Dove la parola divina vive inculturata nelle diverse fedi o non fedi. Motore di questa Ecclesia sono gli esclusi della globalizzazione non la lotta di classi contrapposte, il che però non attenua l’elemento di conflitto sociale che si configura come azione delle coscienze e anche opposizione all’ordine del mondo. A partire non solo dagli ultimi ma dagli sfruttati ed esclusi. Dunque sarebbe riduttivo parlare di pauperismo. Piuttosto di accoglienza, equa distribuzione e dignità del lavoro e della persona. In una economia partecipata e solidale. Secondo le linee della dottrina sociale della chiesa ma in una prospettiva globalista e critica del capitalismo.
Mai Papa fu più politico e profetico al riguardo. Poiché additava un ruolo riformatore della Chiesa per inverare il Vangelo. E non già ruolo mediano di salvaguardia degli equilibri o della Veritas. E l’economia stessa andava appunto in Francesco assoggettata a questo imperativo storico e dinamico. Dal che coesistenza tra sistemi. Pace. No al riarmo e no all’imperialismo economico e politico esacerbato se non generato dalla espansione della Civiltà occidentale a misura del mondo. Non per caso le ultime parole di Francesco furono in onore di Francesco Saverio e Matteo Ricci. Missionari verso la Cina. Lì dove massimo si addensa il pericolo di una nuova e immane guerra di civiltà che può distruggere il mondo. Ecco perché Francesco fu profeta politico e teologo geo politico di salvezza e di liberazione.