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Paullo III – due chiacchiere con l’assessore Gabriele Guida

Cos’è Paullo oggi?

by Flavio Cioffi
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Nel nostro racconto di Paullo, Città Metropolitana di Milano al confine con Lodi, vi abbiamo già parlato della Muzza (https://www.genteeterritorio.it/paullo-i-cominciamo-con-la-muzza/) e del Marchesato di un tempo (https://www.genteeterritorio.it/paullo-ii-il-marchesato/). Ora proviamo ad entrare nell’attualità. E lo facciamo andando al Comune di Paullo ad intervistare Gabriele Guida, assessore alla Cultura.

Cos’è Paullo oggi?

Paullo oggi è in cerca di una ridefinizione della propria identità, perché è sempre stata un punto di riferimento del territorio, un territorio ai margini delle grandi città, tra Milano, capitale europea, e Lodi, Crema e altre città importanti della Pianura Padana e del circondario milanese. La grande Milano, la grande città metropolitana, che ormai assume una dimensione sempre più larga, inglobando man mano nella sua storia i comuni vicini, quindi diventando espansiva e riducendo gli altri comuni ad essere sempre più periferia.

Paullo si trova nel Lodigiano, perché è provincia di Milano e non di Lodi?

E questo è un tema. Noi siamo legati a Lodi da tanti punti di vista: da quello culturale, la Diocesi è quella di Lodi, il Tribunale di riferimento è quello di Lodi. Però negli anni ’90 fu scelta Milano. Forse pensando che le opportunità di crescita offerte da Milano potessero rappresentare un vantaggio per Paullo. E in effetti è stato così ed è così anche adesso.

E il numero degli abitanti è passato da circa 3mila a circa 11mila e il valore degli immobili è schizzato.

Sì, perché abbiamo raggiunto un buon livello di qualità della vita. Con spazi verdi importanti, il canale Muzza con i suoi 805 anni di vita, e quindi Paullo è appetibile per chi vuole uscire da Milano ma non vuole abbandonarne i servizi. Un luogo gradevole, di qualità, non lontano dall’offerta di Milano.

Però senza Metro.

Sulla Metro a Paullo è stata piazzata una pietra sopra, ormai tombale. E’ una cosa recente. Ed è un errore storico. Si parlava già all’inizio del ‘900 della metrotramvia fino a Paullo e il Corriere della Sera raccontava di questa linea afferrata. Poi c’è stato il raddoppio della Paullese, tante altre cose ed è finita.

Ma un Paullese si sente milanese o lodigiano?

Si sente Paullese ma gioca di due sponde con la milanesità e la lodigianità. Essere Paullese significa riconoscersi in un luogo, amarlo, ritenerlo casa propria con tutti i pregi e i difetti che ha un posto del genere. Capendo che si, è terra di confine. Essendo orgogliosi di essere terra di confine e di margine, e su questo margine costruire dei ponti.

Terra i cui confini reali sembrano andare ben oltre quelli amministrativi ma il cui centro non appare chiaramente.

È vero, esiste un’area di influenza di Paullo effettivamente molto più vasta. Parliamo di decine di migliaia di abitanti, la cui identità paullese è svanita ma che fanno comunque riferimento a Paullo. Un territorio che non è cresciuto plasticamente attorno ad un centro, ad una piazza, ma che non a caso ha dato il nome ad un’arteria stradale interregionale fondamentale come la Paullese. Crescere attraverso il traffico di persone che vengono qua o passano da qua perché devono andare nei grandi centri ha plasmato l’identità di Paullo: un punto di incontro, di scambio. E su questa ibridazione totale l’abitante di Paullo fonda la propria identità. È qualcosa di quasi antitetico, ma è molto forte.

 

 

E però una piazza centrale pare la stiate facendo.

Sì, nel senso che negli ultimi anni abbiamo rifatto totalmente l’area di fronte al Comune e alla biblioteca comunale dandole appunto un’identità di piazza, laddove prima era un grande slargo. La piazza storica ottocentesca è la piazza Marconi, dove c’è la chiesa parrocchiale abbattuta nel ‘65. Da quel centro dell’800 si è passati a quello che è il centro del ‘900 e dell’età contemporanea: la piazza della Libertà, che abbiamo riplasmato recuperando un’identità dimenticata.

Proprio di fianco al Comune sorge un edificio di inizio ‘900 che ospitava le storiche scuole elementari. Tutte le generazioni di Paullo fino all’inizio degli anni Duemila hanno iniziato lì ad andare a scuola. Per noi quasi un monumento simbolico, con la scritta “Scuole elementari” sulla bellissima facciata. Questo edificio adesso è oggetto di un importantissimo progetto su cui ci si gioca l’identità del futuro di Paullo: diventerà un hub culturale. Ma detto così è forse riduttivo. Proviamo a tradurre quell’insegna sulla facciata. Scuola come luogo del tempo libero ancestrale, che poi è diventato istituzionale e formativo delle persone, ed elementare, quindi tutti i piccoli componenti che creano una realtà più vasta. Associando questi due concetti emerge la nostra visione: un punto di riferimento culturale, di crescita formativa, di relazioni.

Non solo per Paullo ma per il contado, per quell’area di influenza molto più vasta che a noi fa riferimento e che lì può trovare formazione professionale, formazione per il tempo libero, accompagnamento dell’infanzia. Una biblioteca di nuova concezione, aperta sempre e comunque, dove il libro diventa una commodity, qualcosa che c’è ma non è l’elemento centrale. Un luogo per fare esperienze e di incontro fra generazioni diverse. Anche una zona food, dove il cibo e la commistione tra cultura e socialità trova una sua soluzione.

 

 

Un luogo di incontro anche a prescindere, insomma.

Assolutamente sì. La grande risposta alla domanda: voglio andare da qualche parte e voglio fare
qualcosa, dove posso andare?

Oltre che alla bellissima Muzza.

Bellissima, bellissima. Il canale più antico d’Europa, 805 anni. Ormai partiamo da 800 e aggiungiamo ogni anno il più uno. Asse, infrastruttura idraulica centrale nella terra di confine tra il milanese e il lodigiano. Molto lodigiana per le sue caratteristiche. Il Carnaroli, e ne siamo orgogliosi, è nato ed è stato selezionato grazie all’acqua della Muzza.

Sul Carnaroli torneremo. Alla prossima.

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