Finalmente una fattispecie autonoma penale relativamente al reato di femminicidio. Arriva il DDL il giorno della Festa della Donna.
Appare questa la novità più significativa della bozza di legge, discussa in Consiglio dei ministri, che introduce l’articolo 577-bis e che definisce il femminicidio come un omicidio di una donna commesso per motivi di discriminazione o odio verso di essa in quanto donna.
Un riconoscimento della violenza di genere come un reato specifico, differente dall’omicidio generico. Che ovviamente era già punito con l’ergastolo in presenza delle aggravanti già previste dalla legge come la premeditazione, la crudeltà, i futili motivi, se c’è un vincolo affettivo et cetera. Sono stati per esempio condannati all’ergastolo sia Filippo Turetta per il femminicidio di Giulia Cecchettin che Alessandro Impagnatiello che ha ammazzato la fidanzata incinta al settimo mese di gravidanza.
Con questo DDL se una donna viene uccisa deve essere il primo reato a venire ipotizzato. Se fosse stato già in vigore sarebbe stato applicato agli oltre 100 casi avvenuti in Italia nel 2024.
Anna Di Vito. Free lance, conosciuta con lo pseudonimo di Ripley Free. Giornalista, studi classici, comunicazione e cronaca di Inchiesta, scrittrice, addetta alla Comunicazione, esperta in giornalismo Investigativo. Autrice di opere di cronaca romanzata noir e thriller. Organizzatrice di eventi culturali. Attenta alle questioni sociali, alle minoranze, ai dimenticati delle istituzioni.