Firenze, sala Buonumore del Conservatorio di Musica “L. Cherubini”. 8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, e poi il 22 marzo: Scene da concerto (parte I e II, titolate “La musica dell’ardore”) per un ritratto dell’opera del compositore francese Albéric Magnard.
“La Quarta Sinfonia riassume nella dedica all’Unione delle Donne Musiciste e Compositrici quel sentimento di filoginia da cui Magnard era profondamente compenetrato e che spesso esprimeva in modo diretto e radicale: <<Le piaghe immonde della nostra società, il militarismo, l’alcolismo e la prostituzione, si potranno guarire e cancellare solo grazie alla volontà delle donne, ma questa volontà non potrà contare finché le donne non avranno i nostri stessi diritti civili e politici>>”.
Due pagine strumentali “che ripercorrono a rovescio la sua parabola creativa di musicista: la tarda Sonata per pianoforte e violoncello op. 20 (1910) e il giovanile Quintetto per pianoforte e fiati op. 8 (1894)”. Attorno, un percorso conoscitivo di suoni e immagini con all’opera di Magnard e di altri compositori francesi.
Sabato 8 marzo: Lucio Labella Danzi violoncello e Giampaolo Nuti pianoforte nella Sonata per violoncello e pianoforte, op. 20; sabato 22 marzo: Altea Maffei flauto, Tommaso Rossi oboe, Luca Pollastri clarinetto, Leonardo Paoli fagotto, Fabio Pratesi pianoforte nel Quintetto per flauto, oboe, clarinetto, fagotto e pianoforte, op. 8.
- “La Scena da concerto è una particolare formula per cui un’esecuzione musicale, pur conservando la sua specificità e la dimensione del concerto, viene calata in una pièce teatrale. L’intento è quello di far interagire suoni e parole in forma nuova, stringente, di intrecciare il pensiero della musica con il pensiero sulla musica (…) la Scena da concerto offre molteplici livelli di lettura e si indirizza a ogni genere di pubblico”.
- “La particolarità della musica di Magnard – spiega il prof. Biondi – offre lo spunto per smontaggi e rimontaggi, come anche per comparazioni e riscritture di certi passaggi (…) Da sottolineare che, in questo caso, la Scena da concerto si integra in modo sostanziale all’attività del Conservatorio Cherubini: fa parte di un corso sulla musica francese per il corrente anno accademico…”
- “Due ‘note’ su Albéric Magnard (1865-1914) (…) Le ventuno opere sopravvissute ci restituiscono una personalità artistica forte e inconfondibile, nella quale il culto per Beethoven, Schumann e Wagner non impedisce il definirsi di un’identità spiccatamente francese, legata alla tradizione, lontana dal modernismo di Debussy, e che mostra un singolare elemento di radicalismo, ricerca e impegno compositivo estraneo alle suggestioni simboliste, estetizzanti e decadentiste (…)”