Home Cultura LE CITAZIONI: Glück. Le migrazioni notturne – Ottobre

LE CITAZIONI: Glück. Le migrazioni notturne – Ottobre

Louise Glück

by Ernesto Scelza
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Quando nel 2020 le assegnano il Nobel, non molti conoscono Louise Glück, pubblicata in Italia da un piccolo editore napoletano, la “Libreria Dante Descartes e Editorial Parténope”. Questi versi, nella traduzione di Massimo Bacigalupo, sono tratti da “Ottobre”, prima parte de “Le migrazioni notturne”, che la poetessa newyorkese di origini ebraico-ungheresi inserisce nella raccolta “Averno” (“Averno. Dal latino Avèrnus. Laghetto craterico a sedici chilometri a ovest di Napoli, che i Romani credevano fosse l’ingresso dell’oltretomba”). La sua è una poesia di “austera bellezza”, come recita la motivazione del premio Nobel, che ruota attorno al tema della morte, ma anche alla tenera resistenza ad essa e alla sua accoglienza.

 

La luce è cambiata;

ora il do centrale ha un suono più cupo.

E i canti del mattino suonano troppo studiati.

Questa è la luce dell’autunno, non la luce della primavera.

La luce dell’autunno: non sarai risparmiata.

I canti sono cambiati; l’indicibile

vi è penetrato.

Questa è la luce dell’autunno, non la luce che dice

sono rinata.

Non l’alba della primavera: ho faticato, ho sofferto, sono stata liberata.

Questo è il presente, un’allegoria dello spreco.

Quante cose sono cambiate. Eppure, sei fortunata:

l’ideale brucia in te come una febbre.

O non come una febbre, come un secondo cuore.

I canti sono cambiati, ma davvero sono ancora assai belli.

Sono ridotti a uno spazio minore, lo spazio della mente.

Sono cupi, ora, di desolazione e angoscia.

Eppure le note ricorrono. Sono stranamente sospese

in previsione del silenzio.

L’orecchio ci si abitua.

L’occhio si abitua alle sparizioni.

Non sarai risparmiata, né ciò che ami sarà risparmiato.

Un vento è venuto e passato, smontando la mente;

ha lasciato nella sua scia una strana lucidità.

Quanto sei privilegiata, ad aggrapparti ancora con passione

a ciò che ami;

la rinuncia alla speranza non ti ha distrutto.

Maestoso, doloroso:

Questa è la luce dell’autunno; si è volta su di noi.

Di certo è un privilegio avvicinarsi alla fine

ancora credendo in qualcosa.