“I figli della libertà” è stata letta da Maram al-Masri, la poetessa siriana vissuta esule a Parigi dal 1982 per la sua opposizione al regime di Assad, in occasione del ricevimento della cittadinanza onoraria della città di Baronissi lo scorso venerdì 7 febbraio. “Come restare vivi senza parlare di voi, vittime della lotta per la libertà in Siria? Come può la poesia giustificare la propria esistenza e testimoniare la propria nobiltà se non si unisce alle lotte dell’umanità? Fin dal 15 marzo 2011, giorno in cui è sbocciata la primavera nel cuore del popolo siriano, inaridito dalla lunga privazione imposta dalla dittatura, l’immagine di questo popolo che si solleva mi perseguita giorno e notte”: così scrive presentando la raccolta “Arriva nuda la libertà”, edita da “Multimedia” per la cura di Bianca Carlino e Sergio Iagulli e la traduzione di Bianca Carlino.
I figli della Libertà
non indossano abiti di cotone
la loro pelle presto si abitua alla ruvida stoffa.
I figli della Libertà
indossano abiti usati
e ai piedi scarpe troppo grandi
oppure nudità e ferite.
I figli della Libertà
non conoscono il sapore delle banane
né delle fragole
ma soltanto quello del pane duro
intriso con acqua di Pazienza.
La sera
i figli della Libertà
non fanno il bagno caldo
non giocano con le bolle di sapone
giocano con gli pneumatici
con i sassolini
e con i resti delle bombe.
Prima di andare a letto
i figli della Libertà
non lavano i denti
non ascoltano le favole
di principi e principesse.
Ascoltano il frastuono della paura e del freddo
sui marciapiedi
davanti alle porte delle loro case distrutte
negli accampamenti
o
nelle tombe.
I figli della Libertà
come tutti i bambini del mondo
aspettano
il ritorno della madre.