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“Il giovane Enrico”, di De Simone e Scala

La presentazione a Salerno con Luciana Castellina

by Anna Di Vito
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Interessante, approfondito, e soprattutto rievocativo, il convegno tenutosi a Salerno lunedì 3 febbraio in una sala gremitissima e plaudente della libreria Feltrinelli di Corso Vittorio Emanuele per la presentazione, l’ennesima in un paio settimane, dell’opera itinerante scritta a quattro mani della ricostruzione storica biografica e politica di Enrico Berlinguer dal titolo “Il Giovane Enrico”.

Illustri i nomi, oltre agli autori Andrea De Simone e Tonino Scala, dei relatori del calibro della scrittrice e giornalista Luciana Castellina che si è soffermata sulla strategia di fare politica di Palmiro Togliatti attraverso l’inclusione nel soggetto politico comunista anche dei cattolici, a dispetto della forte radicalizzazione e della chiusura ideologica della Chiesa in quell’epoca del dopoguerra. Ella ha ricordato una citazione di Sartre, grande amico di Togliatti, che riferendosi al PCI nel contesto dell’epoca, affermò: “Il Partito è dentro l’essenza degli italiani”.

Per gli altri relatori come lo storico Carmine Pinto o il regista e sceneggiatore Massimiliano Amato, oltre agli autori, è stato un tuffo in una valutazione corale e coraggiosa intorno alla figura intransigente del giovane Berlinguer.

Ribadendo il concetto di incontro come era di uso fare politica a quei tempi, hanno sottolineato questa unanime sensazione da loro condivisa di quella militanza politica che era la più grande opportunità di libertà di espressione.

Nella vecchia Repubblica i grandi partiti di massa attraevano i settori più colti, più impegnati, i più organizzati. La battaglia politica di una volta non era una passeggiata di angeli. Era una scelta di vita totale, e la vita individuale diventava una scelta permanentemente collettiva“. Ha spiegato Carmine Pinto.

Qualcuno ha sostenuto che la nostalgia non ha nulla a che vedere con la politica – ha rammentato Tonino Scala – Ma il sentimento che quel partito riusciva ad incarnare era il sentimento di chi seguiva Berlinguer. Gaber cantava ‘Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona’. Questa è una mezza verità – ha continuato – perché Berlinguer incarnava quel sentimento di quella fetta di persone che sentiva l’esigenza di votare quel partito nonostante la forte influenza della Chiesa in quella fase storica. L’errore attuale della Sinistra oggi rispetto ad allora è di non essere vicino ai lavoratori e di non incarnarne i sentimenti e le esigenze attuali. E se la Sinistra non si attrezza non so cosa lasceremo ai nostri figli. Questo libro può essere uno strumento per provare a parlare con la gente. Provare a smussare i contrasti. Provare ad affrontare una situazione sempre più complessa“. Ha chiosato Tonino Scala.

 

 

Anna Di Vito. Free lance, conosciuta con lo pseudonimo di Ripley Free Giornalista, studi classici, comunicazione e cronaca di Inchiesta, scrittrice, addetta alla Comunicazione, esperta in giornalismo Investigativo. Autrice di opere di cronaca romanzata noir e thriller. Organizzatrice di eventi culturali. Attenta alle questioni sociali, alle minoranze, ai dimenticati delle istituzioni.

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